POLITICA
‘Bisogna saper interpretare i segnali che la generano’

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Daniela Basile, del coordinamento degli insegnanti precari, ha inviato agli organi di informazione una nota in cui riflette sulle recenti esplosioni di violenza a Roma che hanno innescato un dibattito a catena.
“Dopo le manifestazioni di rabbia esplose il 14 dicembre scorso a Roma tanti hanno condannato il gesto finale, l’atto violento e nessuno si è soffermato sulle cause scatenanti. Pur non ammettendo, né giustificando alcuna forma di violenza fisica, psicologica o verbale, mi sono posta un interrogativo: perché tanta irruenza?
Prima di giudicare e di storcere il naso e di rabbrividire bisognerebbe che tutti noi prendessimo fiato e con razionalità analizzassimo i contenuti.
Si pensi a chi da anni per motivi di lavoro precario, di licenziamento improvviso,di stalking lavorativo, di perdita di casa per cause sismiche, di difesa ambientale e dell’istruzione scende in piazza, sale sui tetti, sulle gru, mettendo a repentaglio la propria vita pur di farsi ascoltare, di far sentire il proprio disagio e la propria sofferenza e di chiedere agli artefici di tali situazioni di cambiare approccio perché le ferite inferte sono troppo dolorose. I responsabili di tali situazioni non rispondono e se lo fanno preferiscono minimizzare: ammettere di non avere gli strumenti intellettivi per farlo significherebbe ammettere di avere perso e di avere fallito.
Le rivoluzioni popolari sono sintomo di disagio e un tutore responsabile dovrebbe saper leggere tra le righe, ascoltare e risolvere piuttosto che continuare ad acuire il problema da lui stesso generato. Da oltre due anni folle di disperati e desaparecidos sono perennemente in piazza, in ogni dove e sono solo oggetto di passerelle politiche, comprese quelle di centro sinistra. Il lavoro a termine, la soppressione dei servizi, della cultura, dei diritti, dell’ambiente rappresentano una bomba ad orologeria ; il contratto scaduto e non rinnovato da mesi, la derisione e la minimizzazione delle questioni generali dei giovani, degli studenti, delle famiglie sono la miccia innescata; la fine della cassa integrazione e la sordità e cecità costanti l’esplosione, l’indifferenza della gente costituiscono la distruzione e la morte individuale! La violenza serpeggia ovunque subdolamente ; non lascia segni sul corpo ma ferisce profondamente l’anima, la personalità e la dignità rendendo la vita impossibile”.