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Ferrovie. Anzalone (Filt Cgil): “L’Impianto Manutenzione Corrente di via Valfortore a rischio chiusura”

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“Sappiamo tutti il ruolo fondamentale che svolgono le infrastutture in un territorio. Principalmente quando si parla di aree interne, queste servono sia per renderlo competitivo e soprattutto per crearne sviluppo, opportunità occupazionali e un sistema di trasporto funzionante per cittadini e merci. Oggi, però, assistiamo ad un declino quotidiano del sistema trasporto gomma e ferro”.
A denunciarlo è Giuseppe Anzalone, responsabile Dipartimento Attività Ferroviarie Filt Cgil Avellino-Benevento.
“Siamo tutti a conoscenza – spiega Anzalone – delle vertenze in atto nella nostra provincia, cominciando dal Gruppo Eav e finendo con l’ Amts, azienda che dovrebbe offrire la mobilità ai cittadini della città e non solo.
Non stiamo qui a raccontarvi ancora una volta il dramma e le infinite difficoltà che vivono queste famiglie, alle quali non faremo mancare il nostro sostegno. Il nostro obiettivo è quello di porre all’attenzione di tutti – forze politiche, istituzioni, partiti, movimenti e associazioni del Sannio – una realtà lavorativa esistente in città dal 1928, che rischia seriamente di scomparire: stiamo parlando dell’attuale Impianto Manutenzione Corrente, meglio conosciuto dai cittadini Sanniti come deposito locomotive e situato a Benevento, in via Valfortore.
Se le scelte politiche regionali sul come effettuare la mobilità nelle zone interne non dovessero cambiare, – prosegue la nota – crediamo sia difficile mantenere l’attuale livello occupazionale dell’Impianto. Addirittura, potrebbe essere messa in discussione l’ esistenza dello storico “deposito”.
Attualmente – sottolinea il responsabile del Dipartimento Attività Ferroviarie Filt Cgil – la struttura in questione conta circa 100 lavoratori: la maggior parte sono dipendenti di Trenitalia e Dussmann Service, quest’ultimi ormai in piena emergenza, vista la perdita di lavoro, avvenuta dai precedenti tagli effettuati dalla Regione.
Proprio i 24 lavoratori della Dussmann Service svolgono oggi 21 ore di lavoro a fronte delle 38 normalmente previste. Per andare incontro a tale emergenza sono stati utilizzati gli ammortizzatori sociali: riuscite ad immaginare cosa accadrà a questi lavoratori nel caso di una ulteriore riduzione di lavoro?
Pensiamo – prosegue nel comunicato – sia arrivato il momento di riflettere e mettere in campo tutte le soluzioni possibili, per evitare la perdita di posti di lavoro e scongiurare azioni esasperate da parte dei lavoratori.
Siamo fortemente preoccupati delle scelte politiche adottate, perché non si intravedono miglioramenti. Quel cambio di rotta più volte acclamato pare che non decolli mai; ci sembra vedere il solito scenario, dove gli unici a pagare sono sempre i più deboli. Non cerchiamo il responsabile di turno, sappiamo bene che nessuno è esente da colpe. Sia nel bene che nel male, tutti abbiamo contribuito a questa situazione e scagli “la prima pietra chi è senza peccato”.
Chiediamo – conclude Anzalone – un forte interessamento di tutti, che permetta non solo la sopravvivenza dell’Impianto, ma anche il mantenimento del livello occupazionale e che consenta una valida mobilità anche ai cittadini delle aree interne sempre più isolati e abbandonati”.