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POLITICA

De Luca, ultima nel Sannio da governatore. Stoccate a tutti: “Non rompetemi le scatole, resterò per altri 25 anni a garantire lavoro iniziato”

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È un Vincenzo De Luca particolarmente frizzante quello che giunge nel Sannio per la sua ultima visita da Governatore della Regione Campania. Il Presidente uscente, giunto per sostenere i candidati sanniti della sua lista personale, non le ha mandate a dire a quelli che sono i suoi avversari, sia sul fronte opposto, ma – forse –  soprattutto a quelli che lo contrastano nel ‘campo largo’ di cui fa parte.

“Ci presentiamo alla Regione Campania e parliamo a un elettorato che, in parte, è già orientato a votare i partiti tradizionali – e devono votarli, a cominciare dal PD – ma poi abbiamo migliaia di cittadini che non intendono avere una connotazione partitica e vogliono mantenere una connotazione civica», ha sottolineato De Luca.

“Quelli che mi hanno aiutato a lavorare in questi dieci anni, e quindi la lista A Testa Alta, si rivolge proprio a quella parte di elettori che vogliono mantenere un profilo civico e dare continuità al lavoro di questo decennio. Sono voti aggiuntivi di persone che, senza questa lista, non andrebbero a votare: si asterrebbero o magari voterebbero centrodestra. Vi ricordo che sono stato eletto con il 70% dei voti e quindi la maggioranza erano voti moderati, o addirittura di destra. Dobbiamo recuperare questi voti, che sono aggiuntivi rispetto a quelli dei partiti tradizionali. Va bene così”. 

Quindi il passaggio al veleno per i suoi compagni di cordata: “Mi è capitato di ascoltare per settimane dichiarazioni stupide, e di sentire parlare di aree interne da notabili che non hanno mosso un dito per le aree interne. Ho visto perfino il sindaco di Napoli venire qui a parlare di aree interne, dopo che ha fatto da scendiletto al Governo nazionale per togliere alla Regione Campania e alle zone interne un miliardo e duecento milioni di euro, portati a Bagnoli, mentre noi combattevamo per difendere i fondi di coesione. E nessuno ha detto una parola

“Quando facevamo i cortei e andavamo a Roma per difendere le risorse, non c’era nessuno. Quando stavamo a Piazza Santi Apostoli con 500 sindaci, non c’era nessuno. Arriviamo alle elezioni e tutti si propongono come difensori delle aree interne”. 

Poi la stoccata deluchiana: “Sono dei somari. Questa è gente che nel Sannio non è mai venuta per anni: io non l’ho mai vista, quelli che dicono queste scemenze. E siccome i fatti sono più forti delle chiacchiere preelettorali, vi diremo ora – insieme al collega Mortaruolo, che ha lavorato con noi per portare risorse nel Sannio – tutto quello che abbiamo fatto. Le chiacchiere restano chiacchiere”.

Il Presidente ha elencato le iniziative a firma della sua Giunta, predisposte nell’ultimo decennio a favore del Sannio: “  I fatti e i finanziamenti di cui vi ho parlato sono importanti. Abbiamo investimenti in sanità in corso al San Pio, dove sta nascendo il pronto soccorso più bello di tutta la Campania. Abbiamo investito nelle tecnologie; per quanto riguarda Sant’Agata de’ Goti, credo che a inizio dicembre attiveremo i primi quattro posti letto per la riabilitazione a lungo termine, oltre al polo oncologico».

«Stiamo completando la progettazione per un eliporto a Sant’Agata, per raggiungere rapidamente – in caso di emergenze gravi – gli ospedali di Benevento e Napoli. Abbiamo fatto investimenti che questa provincia non ha mai visto nella sua storia. A Benevento c’è il più grande investimento infrastrutturale della Campania: la diga di Campolattaro. Abbiamo destinato 150 milioni di euro a 55 comuni per la viabilità stradale; abbiamo bonificato la discarica di Fragneto Monforte, 65 mila tonnellate; abbiamo portato 50 milioni di euro per l’impianto di compostaggio di Casalduni”. 

Ma ancor prima di accomiatarsi da Presidente della Giunta regionale, De Luca ha sottolineato che restarà vigile a osservare e garantire che quanto da lui iniziato abbia seguito e fine: “In queste settimane, discutendo con i candidati, ho cercato di tutelare un programma serio, in grado di parlare alla maggioranza dei cittadini campani, mentre i notabili stavano in silenzio. Per quanto mi riguarda, continuerò a essere impegnato per difendere queste aree sociali, idealiche, culturali».

“Ho detto più volte che non sono candidato. Il terzo mandato è stato bocciato perché, dal punto di vista del diritto, in Italia siamo a livello dell’Africa subsahariana. La legge regionale della Campania è uguale a quella del Piemonte, che però non è stata impugnata dal governo Meloni. Il collega Zaia, in Veneto, il terzo mandato lo ha concluso insieme a me: solo che lui l’ha fatto e tutti zitti. Questo per dirvi che abbiamo subìto una discriminazione politica vergognosa. Ma è la realtà».

“Sapendo che non potevo candidarmi per il terzo mandato, la responsabilità passava alle forze politiche, per costruire una coalizione. Mentre io lavoravo perché il centrosinistra avesse un programma serio, non ideologico, i notabili pensavano ai fatti loro. Quindi, per cortesia, non mi devono rompere le scatole. Possono parlare di tutto, tranne che di De Luca: questa è la mia aspirazione».

“Io sto qui per altri 25 anni: per un altro quarto di secolo seguirò la Campania e gli interessi delle nostre comunità. Con semplicità e serenità, garantendo a chi mi ha espresso preoccupazioni e dubbi che De Luca rimane sul campo in maniera corretta e seria, per far andare avanti le politiche di questi dieci anni. A cominciare da una cosa immateriale ma fondamentale che abbiamo conquistato: la dignità della Campania. Perché dieci anni fa ci ridevano in faccia quando andavamo a Roma, Milano, Torino. Oggi, quando si parla della Campania, si alzano in piedi”. 

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