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ECONOMIA

ZES Unica e Legge di Bilancio 2026, Vessichelli (Asi): “Servono certezze per imprese e territori”

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Il presidente del Consorzio Asi di Benevento, che è anche componente della Giunta della Federazione Italiana dei Consorzi ed Enti Industriali (FICEI), Domenico Vessichelli, interviene sul dibattito che si è acceso in questi giorni in merito alla bozza della Legge di Bilancio 2026, offrendo una riflessione sulle misure previste per la ZES Unica per il Mezzogiorno e sugli effetti che potrebbero derivarne per il tessuto produttivo del Sud.

“Voglio precisare in premessa – spiega – che ho espresso sin da subito, e in diverse occasioni, le mie perplessità sul Decreto-Legge 124/2023, poi convertito nella Legge 162/2023, con il quale è stata istituita la ZES Unica per il Mezzogiorno. L’ampliamento della platea dei beneficiari delle agevolazioni, infatti, rischiava di ridurre l’efficacia del provvedimento, penalizzando proprio le aree più fragili dal punto di vista degli investimenti e degli insediamenti industriali.”

Il presidente accoglie con favore la decisione di estendere la durata del credito d’imposta della ZES Unica fino al 31 dicembre 2028, ma avverte che nella bozza della nuova manovra emergono incertezze sull’erogazione dei benefici: “Dalle disposizioni contenute nel Titolo VI – Misure in materia di crescita e di investimenti – si evince che l’effettiva fruizione del credito d’imposta potrebbe essere ridimensionata in base al numero delle richieste e alle risorse effettivamente disponibili. Una prospettiva che rischia di generare sfiducia tra le imprese.”

Tra le altre criticità segnalate, il presidente Vessichelli sottolinea l’esclusione di alcuni settori, come l’agricoltura, e la complessità del quadro normativo, che “richiederà una comunicazione puntuale e il rispetto di scadenze molto rigide per non perdere il diritto al beneficio”.

Un ulteriore elemento di preoccupazione riguarda le nuove misure fiscali restrittive, in particolare il divieto – dal 1° luglio 2026 – di compensare tramite modello F24 i crediti d’imposta agevolativi con i contributi INPS e INAIL, disposizione che “potrebbe creare tensioni di liquidità soprattutto nelle aziende che hanno già sostenuto investimenti significativi”.

“Condivido pienamente – prosegue – quanto dichiarato dal presidente della FICEI, Antonio Visconti, in una nota ANSA odierna: serve un cambio di rotta. Gli incentivi legati alla ZES Unica, alla ricerca e sviluppo, ai programmi di transizione 4.0 e 5.0, così come i bonus per innovazione e design, hanno spinto migliaia di imprenditori a restare in Italia e a investire sul futuro. Cambiare ora le regole metterebbe a rischio piani industriali già avviati e l’occupazione che ne deriva.”

Il presidente conclude con un appello al Governo: “Senza sviluppo e senza imprese che lo generano non potremo mantenere neppure gli attuali livelli di welfare. Occorre un piano industriale straordinario, che vada oltre i vincoli annuali delle singole leggi di bilancio e tenga conto delle peculiarità dei territori, per garantire un contesto realmente favorevole alla crescita del Paese, da Nord a Sud.”

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