ECONOMIA
Falanghina del Sannio verso il riconoscimento Docg: il vino simbolo del Beneventano punta all’eccellenza
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La Falanghina del Sannio si prepara a raggiungere un nuovo traguardo di prestigio: ottenere la Docg, la Denominazione di Origine Controllata e Garantita, il vertice della classificazione qualitativa italiana.
Dopo l’Aglianico del Taburno, che nel 2011 ha conquistato lo stesso riconoscimento, il territorio beneventano si mobilita per dare valore al suo vino bianco più rappresentativo, simbolo di identità e tradizione enologica.
A guidare questo percorso è il Consorzio di tutela vini Sannio, che riunisce circa 10.000 ettari di vigneti e un centinaio di aziende imbottigliatrici.
Entro la fine dell’anno, il Consorzio presenterà un pacchetto di riforme che mira a rinnovare e valorizzare le denominazioni del territorio sannita. Al centro del progetto vi è la richiesta di elevare la Falanghina del Sannio Dop al rango di Docg, introducendo le nuove versioni Riserva, Superiore e Gran Selezione, per meglio esprimere le potenzialità qualitative dei diversi terroir. Parallelamente, è prevista una revisione della Docg Taburno, con l’introduzione di varietà resistenti, più adatte alle mutate condizioni climatiche.
Le innovazioni non si fermano qui: sarà consentito l’uso dell’uva Camaiola, vitigno tipico dell’area telesina, in alcune tipologie della Doc Sannio, anch’essa destinata ad accogliere varietà resistenti. Inoltre, verrà adottata la nuova denominazione Benevento Igt, in sostituzione di “Beneventano”, e sarà introdotta una categoria spumante Igt per rafforzare la presenza del territorio anche nel segmento dei vini effervescenti.
Con questo ampio progetto di revisione, il distretto vitivinicolo del Sannio punta a consolidare la propria immagine di eccellenza, coniugando tradizione, sostenibilità e innovazione. La Falanghina, ambasciatrice del territorio e ormai apprezzata a livello internazionale, si appresta così a compiere un passo decisivo verso il riconoscimento che ne consacrerebbe definitivamente il valore nel panorama enologico italiano.


