ECONOMIA
Credito alle imprese: segno negativo per Irpinia e Sannio mentre metà Italia riparte
L’analisi dell’Ufficio Studi CGIA di Mestre, riferita al periodo dicembre 2024-luglio 2025, fotografa un Paese che torna a crescere dopo oltre due anni di contrazione del credito. La ripresa non è uniforme: quasi metà delle province registra ancora segno negativo.
Ascolta la lettura dell'articolo
Le banche italiane hanno riaperto i rubinetti del credito, ma nelle aree interne della Campania la tendenza resta negativa. È quanto emerge dall’ultimo report dell’Ufficio Studi CGIA di Mestre, che segnala per il Sannio una riduzione dell’1,9% dei prestiti alle imprese e per l’Irpinia un vero e proprio tonfo: -5,8% in soli sette mesi.
Nel dettaglio, tra dicembre 2024 e luglio 2025, i prestiti bancari alle imprese della provincia di Benevento sono passati da 840,5 a 824,2 milioni di euro, con una perdita di 16,3 milioni e una variazione negativa dell’1,9%. Un dato che relega il Sannio al 78° posto su 107 province italiane.
In termini percentuali fa peggio l’Irpinia, dove il credito è sceso da 1,86 a 1,75 miliardi di euro, con 109 milioni in meno e una flessione del 5,8%.
Valori in controtendenza rispetto a un’Italia che finalmente mostra segnali di fiducia dopo anni di “credit crunch”. Dopo ventotto mesi consecutivi di contrazione, infatti, a livello nazionale le banche tornano a prestare liquidità alle imprese. Tra giugno e settembre 2025 lo stock complessivo dei finanziamenti è cresciuto di 5,5 miliardi di euro, raggiungendo quota 647 miliardi.
La ripresa, però, non riguarda tutti: le aziende medio-grandi (oltre 20 addetti) vedono aumentare i prestiti dell’1,5%, mentre le micro e piccole imprese, che rappresentano il 98% del tessuto produttivo italiano, subiscono ancora un calo del 2,8%. In altre parole, chi ha più forza finanziaria ottiene più credito, chi è più piccolo continua a riceverne sempre meno.
Per molte imprese, soprattutto nei settori tradizionali come agricoltura, commercio e artigianato, il finanziamento bancario è uno strumento importante per sostenere l’attività quotidiana o rinnovare impianti e macchinari. Quando i prestiti si riducono, le aziende sono costrette a rinviare progetti, ridurre il personale o rinunciare a nuove sfide di mercato.
Secondo la CGIA, il ritorno del credito in Italia è una buona notizia, ma non basta: serve che la fiducia torni anche nelle aree più fragili. Occorre ricostruire un rapporto di prossimità tra banche e territorio e rafforzare strumenti di garanzia pubblica, come il Fondo Centrale per le PMI e i Confidi locali.