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Parco del Matese e del Taburno, Perugini solleva preoccupazioni su rapporto tra fauna selvatica e sostenibilità agricola

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“La recente istituzione del Parco Nazionale del Matese solleva un continuo confronto tra cittadini e istituzioni ma soprattutto solleva dubbi e incertezze, e se da una parte ci si auspica una svolta importante per la valorizzazione ambientale e turistica del territorio, dall’altra ci si pone anche interrogativi urgenti sulla convivenza tra le attività umane e la fauna selvatica”. Lo scrive in una nota il consigliere comunale del gruppo di minoranza “Morcone al Centro”, Giampaolo Perugini, che interviene sui recenti fatti accaduti nel Parco del Taburno ( il quarto vitello sbranato dai lupi a discapito di un azienda zootecnica del posto) e dalle recenti problematiche legate ai numerosi cinghiali segnalate dai cittadini dell’alto Tammaro e quindi delle aree contigue al Parco Nazionale del Matese.
“In particolare – spiega – la crescente presenza di fauna selvatica (lupi, cinghiali ecc) nei pressi di stalle, pascoli e centri abitati solleva forti preoccupazioni tra cittadini, allevatori e agricoltori che si sentono spesso abbandonati dalle istituzioni e privi di strumenti efficaci per proteggere il proprio lavoro. Questi recenti episodi seppur isolati, sono segnali di un equilibrio ecologico che necessita di una gestione più attenta e integrata.
Il Parco del Matese dovrà dunque affrontare fin da subito una delle sfide più delicate: garantire la tutela della biodiversità, quindi ad iniziare dai cinghiali passando per i grandi predatori come il lupo, senza però compromettere la sopravvivenza delle aziende agricole e zootecniche, che costituiscono l’anima produttiva del territorio”, conclude Perugini.