Associazioni
Dazi: stangata su vino e olio ‘Made in Sannio’. Masiello: “Riprendere i negoziati per escludere prodotti di eccellenza”

Ascolta la lettura dell'articolo
“Le tariffe al 15% sui nostri prodotti agroalimentari, formalizzate e rese esecutive dall’amministrazione statunitense ed accettate dall’UE senza alcuna esenzione, rischiano di mandare in fumo centinaia di migliaia di euro per i nostri agricoltori”. Lo afferma Gennarino Masiello, Presidente Provinciale e Vice Presidente Nazionale Coldiretti, sulla base dei dati del Centro studi Divulga.
“Ad essere colpite – spiega – la filiera del cibo Made in Sannio con vino, olio, pasta e comparto suinicolo. Una drammatica conferma del fatto che sia, come sempre, l’agricoltura ad essere sacrificata. L’accordo evidenzia lo squilibrio di una trattativa – peraltro già da tempo denunciata dalla Coldiretti – tutta a favore degli Stati Uniti. A questo punto – incalza – occorre riprendere il negoziato per ottenere l’esclusione dei prodotti di eccellenza dalla lista dei dazi, a cominciare dai nostri vini. Il nostro impegno deve puntare a garantire il necessario sostegno economico alle filiere più coinvolte.
Non è accettabile – ammonisce – che il settore agroalimentare continui ad essere il più penalizzato da una conduzione delle trattative rivelatasi troppo remissiva da parte della Commissione Ue. Un danno, che si somma al taglio senza precedenti delle risorse destinate al settore, proposto dallo stesso esecutivo in vista del prossimo bilancio comunitario. Sarebbe un ulteriore esiziale colpo ad un comparto primario dell’economia, che contribuisce in maniera più che concreta alla formazione del Pil provinciale”.
L’America del Nord, tra l’altro, rappresenta il principale mercato dell’export del vino, che raggiunge il valore di circa due milioni di euro, secondo i dati dello scorso anno. “Il Paese, complessivamente, pagherà – continua – uno scotto di 290milioni solo in questo settore. L’aumento dei prezzi – sottolinea – per effetto dei dazi porterà ad un mancato reddito per i nostri produttori di circa 700mila euro e ad un incremento dei costi per i consumatori statunitensi che non si sa sino a che punto saranno disposti a sostenere. Al danno, poi, si unirà la beffa e per questa ragione: si incrementerà la produzione dell’italian sound con l’imitazione dei nostri migliori vini come falanghina ed aglianico”.
E c’è un altro aspetto su cui si appunta l’attenzione di Masiello. “Va assicurato il rispetto dei rigidi standard di scurezza alimentare europei senza pericolosi passi indietro sulla tutela della salute dei cittadini. Ci vuole chiarezza – conclude – sulle intenzioni rispetto all’ingresso dei prodotti dagli Stati Uniti: non possiamo accettare di aprire ai cibi che non siano realizzati con gli stessi livelli di qualità e sicurezza alimentare che noi osserviamo scrupolosamente”.