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Sassinoro, “Disastro Ambientale nel cuore del Parco Nazionale del Matese”: i comitati chiedono giustizia

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“Un grave episodio di inquinamento sta mettendo in ginocchio il Parco Nazionale del Matese, configurando un disastro ambientale e un potenziale rischio sanitario di vasta portata e un danno ambientale irreversibile. Sotto la lente d’ingrandimento, e indicato come il maggiore indiziato, è l’impianto di compostaggio di Sassinoro, in provincia di Benevento.

Il Comitato civico “Rispetto e Tutela del Territorio”, congiuntamente al “Fronte Sannita per al difesa della Montagna” – si legge in una nota – denunciano una situazione insostenibile che ha già compromesso l’integrità ambientale, naturalistica e sanitaria di aree di inestimabile valore, minacciando risorse fondamentali come l’acqua potabile, l’ambiente e la biodiversità.

La Procura di Benevento e l’ARPAC stanno attualmente indagando sulle responsabilità e sulla composizione chimica di 70 quintali di percolato, un liquame altamente tossico originatosi all’interno della Zona 3 del Parco Nazionale del Matese, che ha causato danni ingenti.

Questo sversamento incontrollato ha provocato la morte di oltre 15 quintali di trote in un allevamento privato nel territorio di Morcone, un duro colpo per l’economia locale.

Non solo, l’onda tossica ha decimato la fauna ittica selvatica del torrente Sassinora e del fiume Tammaro, quest’ultimo classificato interamente come Zona Speciale di Conservazione (ZSC). L’inquinamento ha raggiunto anche l’invaso di Morcone Campolattaro, designato come Zona di Protezione Speciale (ZPS).

Con l’istituzione del Parco Nazionale del Matese, l’impianto di compostaggio è rientrato nella Zona 3, un’area di cruciale importanza strategica per la connessione ecologica dell’intero sistema naturalistico-ambientale. La presenza e la gestione dei rifiuti in un’area così delicata sollevano seri interrogativi sulla compatibilità ambientale e sulla necessità di una vigilanza stringente, che finora sembra essere stata carente. 10

Gli studi e le relazioni della geologa Irene Savino avevano già evidenziato l’incompatibilità di tale impianto sia per l’elevato rischio di inquinamento delle falde acquifere superficiali, sia per la presenza di un importantissimo corridoio ecologico adiacente a una ZSC e a una ZPS. Le sue analisi avevano anticipato le criticità ambientali che ora si stanno manifestando in modo devastante.

Le conseguenze sono state immediate e catastrofiche: il percolato ha contaminato irreversibilmente il torrente Sassinora e i terreni circostanti, assorbendo il liquido tossico e generando un disastro ambientale che appare già irreversibile. Tutto ciò si è propagato all’interno della Zona 2 del Parco Nazionale del Matese, un’area di elevato pregio naturalistico la cui integrità è stata brutalmente compromessa.

Il fiume Tammaro, ora inquinato, è il principale affluente del Lago artificiale di Morcone/Campolattaro, dove è in costruzione un impianto di potabilizzazione destinato all’uso umano, dimensionato per garantire acqua potabile ad almeno due milioni di abitanti. Questo significa che le acque contaminate dal percolato potrebbero compromettere gravemente una fonte idrica vitale per l’approvvigionamento di acqua potabile, una prospettiva inaccettabile per la comunità.

Gli eventi attuali dimostrano in modo lampante che non sono stati adottati tutti i provvedimenti di sicurezza necessari a prevenire quanto accaduto, una negligenza che ha portato a conseguenze disastrose e che, con ogni probabilità, potrà accadere ancora. Non è più tollerabile che un impianto causi danni così gravi e operi come una spada di Damocle in un’area di tale pregio e fragilità ambientale.

Alla luce dell’evidente disastro ambientale, dell’inadeguatezza delle misure di sicurezza e dell’incompatibilità intrinseca di un tale impianto con le accresciute tutele ambientali e naturalistiche previste per un Parco Nazionale, le due associazioni si adopereranno ad ogni livello per la chiusura definitiva dell’impianto di compostaggio di Sassinoro. La sua presenza è ritenuta una minaccia inaccettabile per il futuro del Parco Nazionale del Matese.

Le associazioni di cittadini chiedono, con assoluta urgenza un intervento deciso e risolutivo da parte delle autorità competenti per la sua definitiva chiusura. È fondamentale avviare immediate e serie indagini per accertare le responsabilità e tutelare la salute pubblica. Ci si adoperi inoltre affinché l’inquinamento in atto venga bloccato immediatamente e che siano adottate tutte le misure necessarie a rigenerare l’equilibrio con le tutele ambientali previste.

Tale azione è cruciale per salvaguardare non solo i sistemi naturali e la biodiversità, ma anche l’integrità del Parco Nazionale del Matese e la salute dei suoi abitanti. La tutela del Parco Nazionale del Matese e la garanzia di acqua potabile per le future generazioni non possono essere messe in discussione per la presenza di un sito di compostaggio che produce inquinamento.

Bisogna operare per la chiusura del sito di compostaggio per tutelare non solo l’integrità del Parco Nazionale del Matese, ma garantire il benessere e la salute della popolazione di Sassinoro e di tutte le comunità che dipendono dalle preziose risorse di questo territorio.

Il Comitato civico “Rispetto e Tutela del Territorio” ed il Fronte Sannita per la Difesa della Montagna e continueranno a lottare fino a quando la giustizia ambientale non sarà ristabilita. La comunità di Sassinoro e l’intero Matese attendono risposte e azioni concrete”.

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