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Core web vitals: cosa sono e come ottimizzarli per un sito web

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Dal 2020 Google fornisce i core web vitals, letteralmente segnali web essenziali.

Si tratta di parametri fondamentali per ottimizzare l’esperienza utente di un sito web come la  velocità di caricamento delle pagine, la chiarezza nella presentazione e la capacità di soddisfare le richieste dei visitatori.

Queste metriche influenzano il posizionamento nei risultati di ricerca, grazie anche alla concomitanza di una buona strategia SEM, il search engine marketing, permettendo di essere presenti il più possibile in alto alla SERP (pagine dei risultati dei motori di ricerca).

Considerando la complessità nella gestione di tali aspetti, è consigliabile valutare l’assistenza di un professionista esperto. Per individuare la figura giusta, potresti prendere in considerazione un consulente SEO Milano. Grazie alla sua formazione specialistica nel campo digitale, questo consulente è in grado di offrire consigli mirati, rappresentando così un ottimo punto di partenza.

Core web vitals: quali sono?

Ma quali sono i core web vitals? Tra i segnali web solo tre appaiono come “core”, ovvero essenziali: LCP, (Largest Contentful Paint), FID (First Input Delay) e CLS (Cumulative Layout Shift). Da marzo 2024 FID sarà sostituito da INP (Interaction to Next Paint).

Gli strumenti consigliati per misurare queste metriche includono il Report sull’esperienza utente di Chrome, PageSpeed Insights, Search Console (report Segnali web essenziali) e la Libreria JavaScript di web-vitals.

Ogni parametro dei segnali essenziali è associato a un giudizio che categorizza le prestazioni come “Good” (Buone), “Needs Improvement” (Necessità di miglioramenti) o “Poor” (Scarse).

La valutazione complessiva delle prestazioni si basa su un criterio percentuale del 75%.

Cosa implica ciò? Significa che, se almeno il 75% delle visualizzazioni di pagina di un sito raggiunge la soglia del “buono”, viene classificato come avente prestazioni “Buone” per quella specifica metrica.

Al contrario, se almeno il 25% non soddisfa la valutazione, e cade nella categoria “scarse”, viene classificato con prestazioni complessivamente “scarse”.

I siti web che eccellono hanno maggiori possibilità di ottenere posizionamenti elevati nelle SERP.

LCP (Largest Contentful Paint)

La metrica Largest Contentful Paint (LCP) rappresenta un elemento cruciale per valutare la percezione della velocità, identificando il momento durante il processo di caricamento in cui è probabile che i contenuti principali della pagina siano stati completamente visualizzati.

Un rapido LCP svolge un ruolo determinante nel rassicurare l’utente sulla pertinenza e utilità delle informazioni: è consigliabile che risulti di 2,5 o inferiore.

In base all’attuale specifica, si includono:

  • <img>;
  • <image> all’interno di un elemento <svg>;
  • <video> con un’immagine poster;
  • elementi con un’immagine di sfondo caricata tramite la funzione url();
  • elementi a livello di blocco contenenti nodi di testo o altri elementi di testo secondari a livello in linea;
  • il primo frame dipinto per la riproduzione automatica dei <video> (da agosto 2023);
  • il primo frame di un formato di immagine animata come le GIF animate (aggiornato ad agosto 2023).

First Input Delay (FID)

Il valore FID, acronimo di First Input Delay, quantifica il periodo trascorso tra la prima interazione con una pagina – come un clic su un link o il tocco di un pulsante – e il momento in cui il browser inizia effettivamente a processare i gestori di eventi in risposta a tale interazione.

Nel contesto online, l’impatto iniziale può influenzare significativamente la decisione nel rimanere fedele al sito o abbandonarlo. Pertanto, è cruciale comprendere cosa contribuisce a una buona impressione e come valutarlo in modo verosimile.

I siti dovrebbero mirare a un First Input Delay di 100 millisecondi o inferiore. Il valore può essere valutato solo sul campo, richiedendo l’interazione diretta di un utente reale con la pagina.

Cumulative Layout Shift (CLS)

La metrica CLS, acronimo di Cumulative Layout Shift, costituisce una valutazione complessiva di tutte le variazioni inaspettate del layout che si verificano dall’inizio del caricamento.

 

In molte occasioni, senza preavviso, il testo si muove, causando la perdita della posizione corrente. In alcuni casi più gravi, al momento precedente di fare clic su un link o un pulsante, questo si trova altrove, portando a cliccare su qualcos’altro.

 

I singoli punteggi sono calcolati in base a quando un elemento visibile sposta la sua posizione da un frame a quello successivo.

Interaction to Next Paint (INP)

La metrica Interaction to Next Paint (INP) è in procinto di sostituire FID a partire da marzo 2024, e valuta la reattività utilizzando i dati provenienti dall’API Event Timing.

Quando un’interazione non riceve una pronta risposta, si traduce in un’esperienza utente insoddisfacente. Un INP basso indica che la pagina ha risposto in modo celere.

 

L’obiettivo è garantire che il tempo trascorso tra l’inizio di un’interazione e la colorazione del frame successivo sia ridotto al minimo possibile: inferiore o pari a 200 millisecondi è buona, da superiore a 200 e inferiore o pari a 500 millisecondi indica la necessità di miglioramenti.

Conclusioni

Migliorare le performance del sito aziendale, come maggiore velocità, più reattività e stabilità visiva, si tradurrà in una user experience positiva, aumentando la soddisfazione (customer satisfaction) e riducendo il tasso di abbandono, chiamato anche churn rate. E di conseguenza, semplificando i passaggi, vi saranno più opportunità di vendita.

 

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