Associazioni
Morosità negli immobili e alloggi Erp del Comune di Benevento: interviene il Sunia

Ascolta la lettura dell'articolo
“In questi giorni sta venendo fuori in modo sempre più impellente il dibattito sulle morosità negli immobili e negli alloggi ERP, le così dette case popolari, di proprietà del comune di Benevento.
Il bilancio 2023 del Comune di Benevento – scrive Giuseppe Falzarano, segretario del Sunia – mette a nudo quanto da noi evidenziato sin dal 2023, cioè l’esistenza di fitti di locazione non riscossi e non pagati da parte di inquilini.
Nel contempo denunciammo che il Comune di Benevento non aveva partecipato al Bando della Regione Campania per il riparto dei fondi destinati agli assegnatari di alloggi popolari di proprietà dei Comuni della Campania, divenuti morosi per varie difficoltà socio-economiche, e ne sollecitammo la partecipazione al bando onde ottenere fondi per consentire alle famiglie di mettersi in regola.
Successivamente, con meraviglia e amaramente riscontrammo che, nell’elenco pubblicato dalla Regione Campania dei comuni che avevano partecipato al bando, tra cui vari comuni della provincia di Benevento che ne avevano fatto richiesta, non risultava il comune di Benevento.
Tutto questo, pur nella conferma di questi giorni di quanto in precedenza da noi denunciato, sa di assurdo e non capiamo il perché il comune di Benevento pur avendo inquilini morosi anche negli alloggi ERP di proprietà comunale, all’epoca non abbia partecipato al bando per la ripartizione dei fondi Regionali consentire a varie famiglie in difficoltà di sanare le morosità in essere e di non correre il pericolo di atti impositivi e dello sfratto.
La omessa partecipazione del Comune al bando regionale – prosegue Falzarano – ci appare perlomeno incomprensibile e non consente agli inquilini delle case popolari del patrimonio del Comune di Benevento, che risultino morosi, di usufruire del contributo Regionale per sanare tale morosità accumulata, che rapportato alla capacità reddituale del nucleo familiare e alla morosità, avrebbe potuto variare da un minimo di 1.000,00 euro ad un massimo di 5.000,00 euro.
Per gli inquini, dopo il danno si aggiunge la beffa perché, come asserito dall’assessore al patrimonio, in questi giorni son già partite le lettere di verifica per coloro che non risultano in regola con il pagamento del fitto con le immaginabile conseguenze per chi risulta moroso”, conclude il sindacalista.