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ENTI

Di Maria: “L’acqua è un bene primario. Deve arrivare a tutti i cittadini allo stesso costo”

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“L’acqua è un bene primario deve arrivare a tutti i cittadini italiani e 
deve arrivarci allo stesso costo. Non mi appassiona il tema della definizione di “acqua come bene pubblico”, penso invece sia essenziale che le Istituzioni pubbliche garantiscano a tutti l’accesso all’acqua senza differenze”. E’ quanto ha dichiarato il Presidente della Provincia di Benevento, Antonio Di Maria, intervenendo nel corso del Convegno sugli “Stati  generali dell’acqua” svoltosi a Sassinoro nell’ambito della XIII  Edizione di “Paesi dell’Acqua 2021”, promossa dall’Associazione culturale Paese dell’Acqua Network per discutere sulla tutela delle risorse idriche e dell’ambiente.

La discussione è stata moderata dal Presidente Nazionale dell’Unione delle Comunità Montane, Marco Bussone, come da Programma stilato da Marco Iamiceli che presiede l’Associazione “Paese dell’Acqua Network”. Di Maria nel suo intervento ha voluto fare un preciso riferimento al progetto di potabilizzazione delle acque della Diga di Campolattaro sul fiume Tammaro, dichiarata Opera strategica nazionale dal Governo Draghi: la risorsa di 85 milioni di metri cubi d’acqua raccolti proprio a valle di Sassinoro dallo sbarramento i cui lavori si sono conclusi già nel 1995, deve essere goduta allo stesso modo da tutti i cittadini sanniti, ha dichiarato Di Maria.

“Sin dal mio insediamento nel novembre 2018 – ha precisato il Presidente 
della Provincia – mi sono battuto con forza perché questa risorsa uscisse dal letargo nel quale era confinata da troppi anni, Con la Regione Campania abbiamo raggiunto una intesa affinché l’acqua di Campolattaro, bene pubblico, sia messa a disposizione per soddisfare le esigenze ed i bisogni di tutti i Comuni sanniti. Parliamo di un programma di potabilizzazione da 2.800 litri al secondo che, secondo le intese raggiunte con la Regione Campania, deve soddisfare le esigenze primarie del nostro territorio. L’acqua deve arrivare a tutti: ma per ottenere questo risultato la struttura pubblica deve essere efficiente. E questo è il vero problema: noi ci scontriamo con una macchina amministrativa, tecnica e burocratica non efficiente perché purtroppo è carente di risorse finanziarie ed umane avendo in questi anni lo Stato centrale pensato di bloccare il turn over, accorpare i Comuni e cancellare le Comunità Montane e le Province. Gli enti locali di prossimità devono essere rimessi in condizione di poter operare. E non ci piace che il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, finanziato  dall’Unione Europea, preveda che, per la risorsa idrica, sia l’ente gestore ad individuare le priorità degli interventi di distribuzione: questo significa che l’ente gestore non troverà mai conveniente portare l’acqua a quei Comuni che hanno pochi abitanti, come sono i Comuni  montani. In questo modo si creano sperequazioni e diseguaglianze inaccettabili”, ha chiosato Di Maria.

Proprio per tale ragione, il Presidente della Provincia di Benevento, lodando gli intenti e l’operato di Marco Iamiceli quale Presidente della Rete Paesi dell’Acqua, ha invitato i territori delle aree collinari e montane del Paese a fare un passo in avanti.

“Dobbiamo fare, quali abitanti delle aree deboli, tutti insieme massa 
critica – ha detto Di Maria -: dobbiamo batterci attraverso gli Enti  rappresentativi quali l’Uncem, perché si affermi una visione strategica che veda le aree della dorsale appenninica e delle stesse Alpi non più come una palla al piede del Paese, ma piuttosto come una risorsa. Solo così, individuando programmi e progetti strategici potremo vincere la battaglia contro spopolamento e desertificazione. Dobbiamo lottare per affermare il principio che la legislazione non può avere uno sviluppo orizzontale: in altre parole non è possibile che le stesse norme siano valide sia per la fascia costiera che per le aree interne. Anche i provvedimenti amministrativi conseguenti devono tenere conto che una cosa è erogare servizi per le aree di valle, una cosa è erogarli per quelle collinari e montane. Occorre affermare una logica che tenga conto non del numero degli abitanti presenti sul territorio, ma delle sue qualità ed eccellenze. Queste debbono essere le coordinate per affermare programmi di sviluppo autentici per tutti i comparti: il turismo, l’agricoltura, i beni culturali e così via”.

E’ in questa strategia che si inquadra, ha proseguito Di Maria, l’iniziativa che la sua Amministrazione sta portando avanti nell’ambito dello sfruttamento della risorsa Diga di Campolattaro, anche per gli altri comparti, oltre che per quello delle risorse idriche: “Stiamo appunto lavorando al Contratto di lago che è uno strumento che ci consentirà di valorizzare questa risorsa anche dal punto di vista turistico-ambientale-paesaggistico. Ed ancora: noi stiamo lavorando al Contratto Istituzionale di Sviluppo per dare vita su tutto”.

Al Seminario odierno, sul tema dell’acqua bene pubblico, hanno portato la loro esperienza i Parlamentari: Serena Pellegrino (LEU) e Silvia Vono (Italia Viva), Vincenzo Luciano, Vice presidente nazionale e Presidente regionale dell’Uncem, Eriberto Eulisse, Direttore Esecutivo del Global Water Museum Unesco, Eudro Martini, Presidente di Itali Water Forum 2024, Fabio Renzi, Segretario generale della Fondazione Symbola, alcuni Amministratori locali provenienti dal Veneto. Il Presidente dell’Uncem Bussone, infine, si è detto convinto della necessità di stilare un Patto tra tutti gli Enti locali affinché la  gestione delle risorse idriche sia fatta a beneficio delle comunità.

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