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De Iapinis: ‘La festa della Madonna delle Grazie? Flop per l’amministrazione’

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“La festa “non festa” è finita. E’ stata un flop per l’amministrazione. I fuochi d’artificio c’erano, ma improvvisati ed arrabattati con un solo fuochista e con incendio. I fuochi c’erano, ma non il popolo dei fedeli dell’intero Sannio”. Lo scrive Ambner De Iapinis, ex amministratore cittadino e fondatore dell’associazione ‘Benevento Città Verde’.

“Questa festa – aggiunge – è stata una sorta di giallo. E’ stato detto tutto e il contrario di tutto. Secondo il Sindaco vi è stato lo “stop” del comitato per l’ordine e la sicurezza, legato allo stato di emergenza che è stato prorogato fino al 31 luglio 2021.

Il decreto non ammetterebbe, infatti, manifestazioni di piazza per l’impossibilità di garantire i controlli di sicurezza e il distanziamento interpersonale.

Molto poco ci convince, perché già dal primo giugno si sapeva che era stato prorogato lo stato di emergenza. Si sapeva, eppure i giornali, attraverso l’assessore al ramo, titolavano che la macchina organizzativa del comune era già al lavoro per lo svolgimento della festa civile.

Si parlò di un progetto certosino che mirava ad allargare il perimetro dell’evento con i nomi precisi delle strade in cui si sarebbe svolta la festa e posizionati gli esercenti. Questo per garantire un maggiore distanziamento tra i bancali.

Ci saranno le luminarie, dissero, e sarebbe ritornato anche il luna park per la gioia dei bambini e ci sarebbero stati controlli rigorosi, già programmati, per evitare assembramenti e abusivi. Vi sarebbero stati, infine, i fuochi pirotecnici, per chiudere, come da tradizione, la “tre giorni” di festeggiamenti. Tutto questo non è stato fatto.

In questi giorni – prosegue De Iapinis nella nota – si è voluta dare l’illusione, attraverso la stampa, che la festa c’era, ma, in realtà c’è stata solo quella religiosa, quella sì. Viceversa, la festa, da parte dell’amministrazione, è stata ridotta ad uno schermo, due luminarie e fuochi pirotecnici improvvisati e senza l’afflusso dei fedeli che peregrinavano da ogni parte del Sannio.

In sintesi, l’amministrazione ha partorito un topolino e di fatto la festa delle feste non c’è stata!!!

Io, da fedele, chiedo, con la dovuta cortesia: la commissione per l’ordine e la sicurezza ha preso questa decisione solo per la festa della patrona di Benevento, che si festeggia dalla notte dei tempi? 

In città si fa di tutto, dal minestrone Giordano (Città Spettacolo) che rispolvera anche la Rinascente lessicale di Gabriele D’Annunzio a tanti altri eventi continui e infiniti. Certamente, in queste manifestazioni, si possono controllare, sì, le distanze, però solo all’interno degli spazi destinati agli spettacoli, ma fuori chi controlla la fiumana di gente? Questo è il vero grande problema che viene sottaciuto volutamente e che tutti sappiamo e tutti pensiamo.

Nelle fiere, chi controlla le distanze tra le persone? Ecco perché l’illusionista Mastella non convince. A Benevento si fa e si è fatto di tutto: manifestazioni anche strampalate, fiere, mercati, concerti, concertini, campagne elettorali, carnevalate di ogni genere.

 E ancora, nella movida chi controlla le distanze nella fiumana di persone, alcune ubriache e violente? Ecco perché il sindaco illusionista non convince.

La cosa peggiore è che si è voluta dare l’illusione che si è fatto di tutto per riuscire nell’impresa, ma a chi convince? E chi ci crede? A nostro parere non vi è stata nessuna volontà. La verità è che Mastella sta a Benevento come i Borboni e i Francesi stavano all’Italia: traducibile in un sostantivo “straniero”.

Comunque, a piazza Castello, giusto per essere coerenti, in questi giorni vi è stato il pieno di venditori ambulanti (questi non pericolosi, quelli della festa delle Grazie sì).

Mastella, come da tradizione, non ha mancato, con tutto il suo stato maggiore, in modo discreto e alla presenza di tutti i mass media, nella qualità di sindaco all’offerta del cero votivo a nome della città e a testimonianza di fede dell’intero popolo di Benevento verso la sua protettrice. Certamente – conclude De Iapinis – non avrà mancato anche di chiedere la grazia, per nostra disgrazia, di essere rieletto”.

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