CRONACA
Arrivederci Giovanni, portiere gentile e speciale di via San Gaetano

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Ntr24 piange la scomparsa di un membro della sua famiglia allargata. Il telefono squilla presto in questo sabato mattina, all’altro capo del filo una voce dimessa: “Purtroppo papà non ce l’ha fatta”. E’ un attimo, un momento terribile per noi, per la famiglia e per tutto il condominio di via San Gaetano dove la nostra redazione ha la sua sede dal 2012.
A mancare è Giovanni Mariniello, 67enne di Benevento, il portiere del palazzo. Un amico speciale. L’amico di tutti. Ha combattuto la sua battaglia contro il covid e purtroppo, come molti in questo anno terribile, l’ha persa dopo settimane di ricovero all’ospedale ‘San Pio’.
Un giorno triste per tutti noi, che oggi ci uniamo al dolore dei figli, della moglie e dell’intera famiglia. Don Giovanni, come lo chiamavamo, era andato in pensione lo scorso primo aprile. Non ha avuto neanche il tempo di godersi il meritato riposo dopo anni di lavoro, sudore e sacrifici.
In una delle nostre ultime chiacchierate, lo avevamo preso in giro: ‘State invecchiando don Giova’, ora cosa farete tutto il giorno?’. L’idea di non vederlo più quotidianamente ci dispiaceva, ma ci rincuorava il fatto di sapere che avrebbe dedicato tutto il suo tempo alle persone a lui care. Così come aveva fatto con noi e con i condomini del palazzo. Sempre disponibile, sempre con il sorriso sulle labbra. Con la camminata inconfondibile e il suo vocione prezioso che ci faceva sentire a casa.
Tifosissimo dell’Inter, le nostre discussioni – all’ombra della sua guardiola – riguardavano i problemi della città e molte volte il calcio. In nove anni abbiamo sviscerato ogni singolo aspetto dell’attualità cittadina e del mondo pallonaro e, quasi sempre, finiva con una presa in giro su quell’Internazionale che non vinceva mai. Per uno scherzo del destino, se ne è andato proprio a missione compiuta: nell’anno dello scudetto ritrovato. Un tricolore che non ha potuto neanche festeggiare perché in ospedale, intubato.
In realtà, don Giovanni era di più: era quelle infinite discussioni di politica; era l’odore del cibo buono che veniva dalla sua casa di servizio nel cortile del palazzo; era i caffè presi ‘al volo’ prima di andare a lavorare: un piacere personale che, ogni tanto, ci concedevamo. Era la cortesia, l’educazione, la gentilezza. Era l’aiuto concreto per gli anziani del palazzo. Era la lettera, bella e commovente, affissa all’ascensore per salutare tutti i condomini e ringraziarli della collaborazione in tanti anni di servizio. Un A4 semplicissimo, ma che profumava di rispetto e dignità. Un foglio che scatenava brividi di umanità. Perché don Giovanni era una persona perbene.
Oggi Ntr24 dice addio ad un pezzo della sua storia. Oggi salutiamo un volto e un sorriso costante che ci hanno accompagnato in tantissimi momenti della nostra vita professionale e quotidiana.
Caro don Giovanni che la terra vi sia lieve (il voi è d’obbligo, un po’ per rispetto un po’ per prenderlo in giro sulla sua corporatura). Torneremo ad incontrarci, a parlare dell’Inter, della Strega e della vita.