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AMBIENTE

Tariffa rifiuti, Ruggiero: ‘Foiano di Val Fortore non verserà quanto richiesto dalla Provincia’

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“E’ assurdo versare alla Provincia di Benevento importi che già erano presenti nella tariffa Samte per l’anno 2011. Infatti con le delibere del Presidente della Provincia n° 243 del 16 ottobre 2020 e n° 17 del 21 gennaio 2021, vengono inseriti  100.000 euro per il ristoro del Comune di Casalduni, importo che insieme ad altre future rate servirà a conguagliare la differenza fra la somma riconosciuta nel concordato del 2016, circa  200.000 euro, e quella di euro 479.203,45 indicato nella sentenza n° 1940/2018”. Lo scrive Giuseppe Antonio Ruggiero, consigliere provinciale Pd e sindaco di Foiano di Val Fortore.

“Addirittura – aggiunge – la rata della tariffa per l’anno 2020 era stata già deliberata prima ancora che il consiglio provinciale prendesse atto della sentenza, episodio avvenuto solo il  30 dicembre 2020. Ma la questione risulta ancora più preoccupante considerato che per ben due anni viene inserito in tariffa l’importo di 650.000 euro per la gestione post mortem delle discariche senza aver alcuna comunicazione in merito da parte della Regione Campania o in alternativa dalle altre società provinciali di gestione dei rifiuti.

Sull’argomento – sottolinea Ruggiero – ho presentato un’interrogazione in data 4 gennaio 2021 a cui ha dato riposta il Direttore Generale rassicurando un’approfondita verifica dei conteggi effettuati per l’anno 2011. Quindi fino a quando non avremo questi chiarimenti il mio Comune non verserà un euro.

Ormai la gestione dei rifiuti risulta essere insostenibile per la nostra Provincia. Aspettavamo un piano dei rifiuti elaborato dall’ATO, retto a maggioranza mastelliana, così come promesso nel penultimo consiglio provinciale, e nonostante il mese di febbraio sia arrivato abbiamo semplicemente appreso che questo piano sarà sottoposto alla valutazione di impatto ambientale senza però poterne ad oggi conoscerne il contenuto.  Quindi tutto è nuovamente rinviato ad almeno di sei mesi.

Non si comprende del perché la Regione Campania abbia non solo sospeso le attività progettuali di ammodernamento dello Stir di Casalduni, quanto consenta  uno stallo della programmazione così evidente, non applicando il dovuto commissariamento che pure la legge regionale 14/2016 le assegna in caso di inerzia della governance degli ATO.

Quindi una Regione complice nell’assenza di programmazione che ha creato una situazione ideale per la proliferazione di iniziative private che vedono il Sannio stesso come una terra di conquista dove fare affari con i rifiuti degli altri, al punto da inventarsi un termovalorizzatore mascherato dal nome di biodigestore e che rappresenta l’unico caso conosciuto in Europa in cui vengono accoppiate due tecnologie così diverse. Sarebbe meglio definire questa iniziativa un inceneritore del processo di biodigestione, considerato che in ogni caso l’infrastruttura di termovalorizzazione è in grado di funzionare autonomamente anche in assenza della digestione anaerobica.  Continuiamo a chiederci i motivi della scelta di Benevento considerato che queste istallazioni dovrebbero sorgere, come avviene in tutte le altre parti d’Italia, in aree densamente popolate dove è possibile raccogliere e trasportare con minor impatto economico ed ambientale quelle quantità di rifiuto organico che si necessitano per garantire il ciclo produttivo di questa tipologia di istallazione.

Troppe sono le coincidenze che ci fanno riflettere su una strategia di più ampia regia considerate le affermazioni dell’On. Piero De Luca fatte a Benevento sulla necessità di realizzare questo Inceneritore, la figura del Prefetto Mario Morcone ex Presidente della Greenenergy S.p.a. ed oggi assessore Regionale nella Giunta De Luca, e per concludere la provenienza salernitana degli avvocati che difendono sia Energreen, che New Vision (proponente dell’impianto di Sassinoro). 

La politica sannita sui rifiuti – conclude Ruggiero – è apparentemente senza un fine, se non quello di favorire evidentemente simili iniziative, il tutto comprovato da un ATO che non decide, da una Regione che non commissaria e da iter autorizzativi sospesi a tempi migliori specie se dopo il periodo elettorale”.   

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