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La denuncia: ‘Io positiva e abbandonata dalle istituzioni. L’Asl faccia il suo dovere’

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E’ chiusa in casa da oltre venti giorni perché positiva al coronavirus. Oggi sarebbe l’ultimo giorno di quarantena, ma è ancora in attesa di un secondo tampone per verificare se l’infezione sia passata. Insieme con lei, in quarantena fiduciaria anche i suoi genitori che, però, ancora non hanno ricevuto il primo tampone per sapere se siano stati contagiati o meno.

È, in sintesi, la denuncia del disagio e del disservizio di Nunzia Cillo, una cittadina di Benevento, che ha raccontato a Ntr24 l’odissea alla quale è andata incontro dal primo di ottobre scorso.

“Ho ricevuto il primo tampone solo il 13 ottobre, quando già da alcuni giorni avevo la febbre altissima. Dopo averla contattata numerose volte per sollecitare la verifica per me e il primo tampone per i mei genitori senza ottenere alcun riscontro, solo qualche giorno l’Asl mi fa sapere che avrei ricevuto il secondo tampone martedì scorso. Ma nulla di tutto questo è accaduto. Nessun operatore è venuto. Intanto, oggi finirebbe il periodo di quarantena e da domani sarei libera di girare per la città, di andare a lavoro senza aver mai saputo se sono negativa”, ha raccontato la donna raggiunta telefonicamente dalla nostra redazione.

Nel frattempo la signora ha provato a comunicare il disagio anche al sindaco Mastella e alla Polizia municipale. Quest’ultima, secondo quanto evidenziato dalla cittadina, le avrebbe consigliato di recarsi direttamente all’Asl o in ospedale o altrove per effettuare il tampone di verifica.

“Siamo all’assurdo e fuori da ogni protocollo di sicurezza: mi invitano ad uscire nonostante non sappia se sono ancora positiva o meno. In questo modo si mette a rischio un’intera comunità”, ha denunciato la donna.

Tra le altre cose, Nunzia Cillo ha anche dichiarato di aver ricevuto dalla Polizia municipale anche dei contenitori per effettuare la raccolta differenziata prevista per i malati di Covid, “che nessuno – ha detto – è mai venuto ritirare.”

“L’Asl faccia il proprio dovere per evitare i contagi”, ha chiosato Cillo, dalle cui parole trapelano rabbia e stanchezza per il disservizio costante di cui è rimasta vittima insieme con la sua famiglia.

Quello che emerge è il senso di abbandono e la percezione dell’indifferenza da parte delle istituzioni verso chi ha bisogno di assistenza e di risposte: “Non abbiamo tutela, non sappiamo a chi rivolgerci. Così Benevento cadrà nel baratro del Covid senza più via d’uscita”.

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