CULTURA
“L’Ascesa”, ecco il nuovo libro del caudino Gabriele Crispo

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“L’Ascesa” è il nuovo libro scritto dal giovane caudino Gabriele Crispo. Secondo volume della trilogia “Dio e la Serpe”, la nuova opera – edita da “Genesis Publishing” – palesa tutto il suo taglio apocalittico ponendo al centro la vicenda di Giuda, in particolare «dell’incompetenza dimostrata dalle generazioni di Iscarioti», secondo un determinato punto di vista.
«Sono trascorsi più di
quarant’anni – si legge nella sinossi de “L’Ascesa”- Il mondo è cambiato. Nuovi Stati governano
l’umanità. Al di là delle porte di Brandeburgo regna il caos. Il Male si sta
riorganizzando ma è stanco, quasi debilitato. Le fiamme dell’Inferno sono
fioche. Le dinastie sono in lotta. I rampolli del maligno cercano di stupirsi
l’un l’altro. Il mondo è il campo di battaglia di questa guerra. A Roma succede
l’impensabile.
Quando il più illustre figlio del Male sta per ascendere al soglio di Asmodeo
compie un sacrilegio e si assiste a una resurrezione: Tresix, l’Erede, torna
per reclamare quanto gli spetta di diritto. Si cerca così un compromesso.
I trenta denari pagati dal nuovo Re azionano l’Apocalisse, mentre il Vaticano
rischia di essere espugnato dal Male. Tuttavia, niente è come sembra».
Gabriele Crispo, classe ’93, nasce a Benevento. Vive la sua adolescenza in un paese di provincia, Montesarchio, dove consegue a pieni voti la maturità scientifica, per poi laurearsi in Giurisprudenza. Ha collaborato presso alcune testate giornalistiche online. È autore de “L’Erede”, primo libro della trilogia “Dio e la Serpe”. Si definisce un “aspirante” scrittore e giornalista. Ama lo sport e lo spettacolo.
Un’opera questa «dove si assiste a una fiction religioso-spirituale», secondo Giulio Tarro autore della prefazione, dove «il lettore deve essere libero di immaginare» secondo il giovane autore. «Per me la lettura è libertà. Il lettore – continua – deve sentirsi autore della storia. È lui che, insieme a me, scrive immaginando. L’Ascesa è un libro particolare: ogni lettura partorisce immaginari diversi» la chiosa.