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Chiusura Green Park, i chiarimenti del gruppo Cittadinanza Attiva per Ceppaloni

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“Dopo aver disposto, con ordinanza sindacale dell’11 ottobre, il “divieto di uso” della “struttura balneare (piscina comunale) annessa al Complesso Sportivo Polivalente “Green Park”” (come richiesto dall’ASL con nota del 10 ottobre 2019), senza verificare che alla stessa venisse data immediata attuazione, il Sindaco e la Giunta comunale al completo, hanno infatti trovato un modo interessante per impegnare i fondi del Comune. Con la delibera n. 83 del 16 ottobre, pubblicata nella giornata di ieri, la Giunta, infatti, ha dato incarico al responsabile dell’area amministrativa di provvedere alla scelta di un legale per valutare eventuali azioni da intraprendere a tutela dell’immagine dell’Ente”. Così in una nota i Consiglieri Comunali del gruppo Cittadinanza Attiva per Ceppaloni.

“Al fine di evitare un ulteriore spreco di risorse pubbliche (come più volte detto dallo stesso Sindaco le casse del nostro Comune ahimè sono quasi vuote) evidenziamo – prosegue la nota – che abbiamo già provveduto, senza l’assistenza di alcun legale, a presentare un esposto alle Autorità competenti, raccontando ciò che era avvenuto, anche a tutela dell’interesse di tutta la collettività e del Comune stesso. Tuttavia, al fine di contribuire a salvaguardare l’immagine ed il decoro dell’amministrazione tutta, vista la predetta delibera, nei prossimi giorni ci recheremo nuovamente presso l’Autorità giudiziaria competente al fine di chiarire molti aspetti della vicenda, a partire dalla mancata sottoscrizione di una regolare convenzione con il gestore, dalla mancata voltura dei contatori e altre connesse vicende: situazioni che, allo stato, hanno già arrecato gravissimi danni anche erariali al Comune. Al riguardo forse (ci permettiamo sommessamente di suggerire) sarebbe stato più opportuno nominare un legale per recuperare somme illegittimamente sottratte alle casse comunali. Sempre al fine di evitare un ulteriore dispendio di denaro pubblico nel ricercare i responsabili di questo paventato danno all’immagine del Comune, noi Consiglieri del Gruppo di opposizione ci autodenunciamo, assumendoci la responsabilità di avere reso pubblica la ordinanza Sindacale di chiusura della struttura come richiesto dall’ASL e di avere inviato una nota al Prefetto di Benevento, chiedendo di attivare i suoi poteri sostitutivi in materia, atteso che a distanza di ben quattro giorni dalla notifica della predetta ordinanza la struttura era ancora aperta al pubblico. Non riteniamo di avere creato alcun allarmismo, essendoci attivati soltanto al fine di dare ottemperanza a quanto stabilito da altre Autorità pubbliche evidentemente competenti in materia e ciò a salvaguardia prima di tutto della salute pubblica e anche del buon nome del Comune.

In realtà – spiegano -, ci saremmo aspettati dal gruppo di maggioranza almeno delle scuse a tutti coloro che ignari hanno continuato a frequentare la piscina: se l’ASL e l’ ordinanza sindacale prevedevano la chiusura immediata forse qualche motivo legittimo c’era. Oggi ci troviamo di fronte a chi nega e priva di valore gli stessi atti che ha firmato! Ci preme comunque fare qualche precisazione: il batterio è stato rinvenuto non solo negli spogliatoi degli uomini. La nota dell’ASL, infatti, fa riferimento anche al “rubinetto centrale antibagno wc uomini adiacente Parco Giochi”, ossia il bagno a disposizione dell’utenza fuori dagli spogliatoi; circostanza che ovviamente sarà portata all’attenzione dell’Autorità giudiziaria.

In ogni caso – conclude il gruppo consiliare -, l’ASL chiedeva la chiusura dell’intera struttura balneare, cosa che è accaduta casualmente solo a seguito del nostro intervento. Forse, caro Sindaco, invece di preoccuparsi, insieme a tutta la Giunta, di nominare legali per difendere l’indifendibile (noi dormiamo sonni tranquilli), avrebbe potuto attivarsi per verificare chi e per quale motivo non ha ottemperato all’ordinanza che lei stesso ha firmato e notificato, mettendo a rischio di contagio per ben ulteriori 4 giorni tutti gli avventori della struttura. Tanto si doveva, anche a salvaguardia dell’immagine e del decoro dell’Amministrazione tutta”.

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