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Proposte a tutela dei piccoli Comuni montani: interviene Di Maria

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Il presidente della Provincia di Benevento Antonio Di Maria, anche nella qualità di Vice presidente nazionale dell’Unione Comuni Montani (Uncem), ha espresso apprezzamento per le proposte a tutela dei piccoli Comuni montani presentate al Ministero degli Affari regionali e delle Autonomie presso il tavolo degli Stati generali della Montagna.

“E’ necessario, come sostengono da tempo Istituzioni, economisti, sociologi, la stessa Uncem, dare corso a misure specifiche e dedicate alla tutela dei borghi montani che ricadono sul 54% del territorio italiano e nei quali vivono dieci milioni di abitanti” – ha dichiarato il presidente Di Maria, ricordando il gran numero di Comuni montani presenti nel Sannio e sottolineando dunque che l’argomento attiene alla risoluzione di problemi che si ritrovano uguali dalle Alpi agli Appennini, una vera e propria emergenza nazionale.

“L’Uncem ha presentato al Ministro Erika Stefani venti proposte a favore delle aree montane”, ha proseguito Di Maria, “mentre Governo e Parlamento si preparano alla discussione della prossima legge di Bilancio. Si tratta di proposte immediatamente operative. Tali misure riguardano: eliminazione dell’obbligo di scontrini elettronici per i Comuni montani (con proroga di almeno tre anni); eliminazione del vincolo di costruzioni a 200 metri di distanza dai cimiteri; nuovo ruolo e nuove funzioni, più smart ed europee; nuovo concorso per i Segretari comunali (ne mancano cinquecento); nuovo “Fondo nazionale per i borghi, gli alberghi diffusi, i centri storici” (legge 158 sui piccoli Comuni); eliminazione dell’obbligo di ricorrere a notai per la compravendita e la successione di terreni agricoli nei Comuni montani; riduzione dell’Iva al 4% sia su pellet e legna da ardere (in Italia sono ben 1.300 i Comuni non metanizzati), che sui lavori ordinati dagli Enti locali per la prevenzione del dissesto idrogeologico e messa in sicurezza dei territori; cancellazione della norma che impone ai Comuni di rastrellare l’Imu categoria D per versarla interamente allo Stato (i Comuni non sono gli esattori dello Stato)”.

Alcune di queste proposte sono condivise da Associazioni di categoria e rappresentanti di interessi legittimi e comunque tutte sono dettate dal buon senso, ha sottolineato Di Maria nel suo intervento.

Il presidente ha poi evidenziato il valore di misure specifiche per la dotazione del territorio montano della banda ultralarga al fine di cancellare il divario digitale tra area metropolitana ed area montana. “Occorre trovare aggiuntive risorse finanziarie per coprire con la rete tutto il territorio montano ed arrivare anche  alle case sparse”, ha sottolineato Di Maria, che ha poi evidenziato come le proposte Uncem tengono conto del fatto che in molti punti del territorio montano non si riceva alcun segnale né televisivo, né telefonico e ricordato che solo in Italia, a differenza di quanto accade nel resto d’Europa, manchino misure finanziarie specifiche per combattere questa palese discriminazione.

Ha poi, con l’Uncem, sottolineato l’esigenza di rifinanziare il “Fondo nazionale per la montagna” previsto dalla legge 97/1994 nonché il “Fondo per le foreste italiane e per il ripristino ambientale nelle aree boschive colpite da incendi e condizioni meteorologiche avverse”. Altre misure specifiche invocate per i Comuni montani riguardano i “diritti di cittadinanza”, l’attuazione del “decreto Calabria”, il potenziamento del numero e dei servizi dei medici di base (mancano troppi medici e pediatri), attuare quanto previsto dalla legge sui piccoli Comuni in merito al “Piano per l’istruzione destinato alle aree rurali e montane”, con particolare riguardo al collegamento dei plessi scolastici ubicati nelle aree rurali e montane, all’informatizzazione e alla progressiva digitalizzazione delle attività didattiche che si svolgono nei plessi.

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