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CRONACA

La contraffazione nel Sannio preoccupa per le eccellenze agroalimentari e il vino

E' quanto emerge dal rapporto Censis sulla contraffazione nella provincia di Benevento presentato questa mattina in Prefettura nell'ambito di un convegno inserito nella “Settimana dell'Anticontraffazione - La lotta al falso passa anche da te”, promossa dal Ministero dello Sviluppo Economico

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Il mercato del falso dei prodotti tradizionali nel Sannio è poco allarmante, ma cresce in maniera preoccupante nel settore dell’agroalimentare e in particolare del vino: è quanto emerge dal rapporto Censis sulla contraffazione nella provincia di Benevento, presentato questa mattina in Prefettura nell’ambito di un convegno inserito nella “Settimana dell’Anticontraffazione – La lotta al falso passa anche da te”, promossa dal Ministero dello Sviluppo Economico.

L’iniziativa è volta a rendere consapevoli i cittadini sui danni alla salute e all’economia derivanti dall’acquisto dei prodotti contraffatti e a concretizzare la rete interistituzionale per la prevenzione dal falso e potenziare la tutela e la promozione Made in Sannio, così come previsto dal protocollo d’intesa firmato il 21 marzo scorso dal Mise e dalle cinque prefetture dei comuni capoluogo della Campania.

A presentare l’analisi sul fenomeno della contraffazione, divenuto sempre più liquido anche grazie al web, e i suggerimenti da mettere in atto per la prevenzione è stato il direttore generale del Censis, Massimiliano Valerii, che ha motivato la limitazione del fenomeno nel Sannio in funzione della posizione geografica e dell’assenza di grandi centri abitativi.

“Negli ultimi dieci anni – evidenzia l’analisi Censis realizzata per il Mise – la Guardia di Finanza ha effettuato complessivamente 263 sequestri di merce falsa nel territorio di Benevento, che hanno portato a rinvenire 73.250 articoli contraffatti. Si tratta prevalentemente di prodotti di tipo tradizionale. Al primo posto per numero di sequestri di collocano gli accessori, soprattutto borse e cinture (il 32% del totale), poi i capi di abbigliamento (19,8%) e le calzature (15,6%).

Il mercato del falso vale a livello a nazionale 7,2 miliardi euro e sottrae più di 100mila posti di lavoro all’economia legale. L’emersione della contraffazione comporterebbe anche un aumento del gettito fiscale pari quasi a 1,8 miliardi di euro.”

“La posizione della provincia sannita – si legge ancora nell’abstract del rapporto – priva di sbocchi sul mare, collegata in modo inadeguato con il resto del paese e con le principali rotte turistiche, l’assenza di grandi centri abitativi sono i fattori che rendono il locale mercato del falso poco allarmante.

L’offerta di merce falsa è bassa e circoscritta a particolari eventi, come sagre e feste patronali, in occasione dei quali viene offerta merce low cost da venditori ambulanti per lo più di origini senegalesi residenti nel Casertano e nel Napoletano, da dove si spostano giornalmente con autoveicoli, furgoni o attraverso le autolinee regionali.

Nella città capoluogo sono presenti alcune postazioni stanziali all’ingresso di supermercati e centri commerciali, con la possibilità per l’acquirente di visionare sullo smartphone una campionatura di merce contraffatta di maggiore qualità e riceverla nei giorni successivi all’ordine. Nella provincia sannita non sono mai stati scoperti opifici clandestini per la produzione di merce falsa né magazzini di stoccaggio.

Nell’ultimo anno la Guardia di Finanza ha intercettato anche 279.705 articoli non sicuri, per il 29% accessori si abbigliamento e per il 71% classificati nella categoria “altre merci” (soprattutto di plastica e ferramenta). Protagonisti di questo mercato sono i cittadini cinesi, che negli ultimi anni hanno aperto numerosi empori di grande metratura in cui rivendono merce proveniente dalla Cina.

Collegato al successo dei vini sanniti Dop e Igp è poi il fenomeno delle imitazioni delle tante eccellenze agroalimentari del territorio. La vendita dei prodotti che richiamano nel nome quelli originali, ma che ne sono molto distanti per qualità e sapore, rappresenta un grande danno economico e di immagine per una terra che, invece, ha bisogno di promuovere le sue eccellenze.”

Controlli a tappeto e attenzione massima negli esercizi commerciali e nelle manifestazioni pubbliche sono gli strumenti attraverso cui, come ha dichiarato il comandante provinciale della Guardia di Finanza di Benevento, Mario Intelisano, le Fiamme Gialle operano concretamente per la repressione e la prevenzione del fenomeno.

“Servono grande sensibilizzazione e coinvolgimento di cittadini, soprattutto sui danni alla salute della merce contraffatta per un cambio di passo rispetto alla crescita dell’offerta del mercato del falso”, secondo Fabrizio Curcio dell’Unità di Coordinamento del protocollo dei Roghi della Presidenza del Consiglio dei Ministri, che ha spiegato l’importanza di un’intesa per il controllo del fenomeno degli incendi anche per la contraffazione: “Le produzioni del falso determinano scarti e rifiuti illeciti che vengono perlopiù smaltiti in maniera illecita attraverso i roghi”.

Al convegno hanno preso parte, inoltre, il prefetto Francesco Antonio Cappetta; il direttore generale della DG Lotta alla contraffazione  – Ufficio Italiano Brevetti e Marchi del Ministero dello Sviluppo Economico, Amedeo Teti;  il presidente di Confindustria Benevento, Filippo Liverini; il presidente di Coldiretti Campania, Gennaro Masiello; il presidente del Sannio Consorzio Tutela Vini, Libero Rillo; Giuseppe D’Avino, presidente e amministratore delegato di Strega Alberti; Salvatore Falco, responsabile Laboratorio Controllo Qualità di Olio Dante.

Le dichiarazioni nel servizio video

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