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Unimpresa: “Le esperienze bilaterali su base locale valido aiuto per l’offerta del welfare”

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Un grande potenziale che, però, ha bisogno di reti di supporto adeguate. Il tema – scrive Unimpresa Irpinia Sannio – è quello della bilateralità intesa come strumento per diffondere il welfare aziendale anche tra le Micro e PMI italiane, dandogli una dimensione fortemente territoriale.

Quando si parla di welfare aziendale sempre più spesso si sente richiamare anche il tema della bilateralità, soprattutto in riferimento ai cosiddetti organismi bilaterali. Enti frutto di un percorso contrattuale – nazionale e/o territoriale – composti in modo paritetico da rappresentanti dei datori di lavoro e dei lavoratori (bi-laterali), che hanno come principale finalità quella di erogare servizi e prestazioni di varia natura a coloro i quali aderisco all’ente. Il tutto grazie ai contributi versati dalle parti.

Il sistema della bilateralità – prosegue nella nota – rappresenta un’esperienza consolidata delle relazioni sindacali in Italia. Gli enti bilaterali, il cui ruolo è riconosciuto dal legislatore, traggono la loro origine dalla contrattazione collettiva, che ne rappresenta la fonte primaria di regolazione e di indirizzo. La bilateralità si configura come importante strumento di partecipazione sociale, concorrendo a realizzare quella società democratica, fondata sull’apporto delle formazioni sociali espressione della società civile, riconosciuta dalla Carta costituzionale.

Il presidente Unimpresa Irpinia Sannio, Ignazio Catauro, sottolinea che “gli enti bilaterali offrono oggi un ventaglio molto ampio e diversificato di prestazioni a imprese e lavoratori. Servizi e prestazioni in crescita nell’ambito del sostegno alla famiglia e della conciliazione vita-lavoro. D’altra parte, – continua il presidente Catauro – negli ultimi anni la bilateralità ha iniziato a ricoprire maggiore centralità e visibilità nel dibattito pubblico e delle relazioni industriali italiane. È cresciuta l’attenzione verso il ruolo che i diversi strumenti della bilateralità possono giocare nella costruzione di forme di welfare integrativo”.

Lo sviluppo di esperienze bilaterali su base regionale e locale può aiutare ad adattare l’offerta di welfare alle esigenze specifiche dei territori, mettendo a disposizione dei cittadini tutti, una rete capillare di fornitori di servizi, con conseguenze economiche positive per la collettività.

“Una prospettiva – dichiara il presidente nazionale di EBINFORMA, Cosimo Callisto – tanto più promettente in quei settori produttivi caratterizzati da altissima frammentazione e ridottissime dimensioni di impresa. Tuttavia, la conoscenza degli strumenti della bilateralità è ancora limitata. Sarebbe opportuno – continua il presidente Callisto – dare vita a strategie informative più efficaci, in modo da rendere maggiormente consapevoli lavoratori e imprese della vasta gamma di servizi e prestazioni a cui già oggi possono avere accesso, un concreto passo in avanti per aumentare la copertura del welfare integrativo sociale”.

Catauro precisa che “il welfare bilaterale deve essere inteso comunque come un welfare che scaturisce dalla contrattazione collettiva nazionale o di secondo livello, nell’ambito di un sistema strutturato di enti e fondi bilaterali che erogano i servizi e le prestazioni negoziali. Ricordiamoci che gli ambiti di intervento dei sistemi bilaterali di maggiore interesse sono rivolti alla cosiddetta “mutualizzazione” di obblighi retributivi derivanti dal contratto di lavoro e alla gestione delle provvidenze nei campi dell’assistenza sociale e sanitaria. Sta a noi ampliare i contesti nei quali poter intervenire efficacemente”.

Mentre il welfare aziendale tende ancora a concentrarsi nelle imprese di dimensioni mediograndi attive nei settori economici tradizionalmente più forti, il welfare bilaterale si sta rivelando un’ottima strada per l’offerta di protezione sociale a tutela dei lavoratori impiegati in settori produttivi più frammentati e deboli. “Per questo negli ultimi anni, – interviene il presidente EBINFORMA dott. Callisto – è cresciuta l’attenzione verso il ruolo che i diversi strumenti della bilateralità possono giocare nella costruzione di forme di welfare integrativo”.

Le esperienze bilaterali – conclude la nota – hanno delle caratteristiche peculiari: da un lato, possono essere collocate nel più vasto campo del «welfare contrattuale», dall’altro, il welfare bilaterale condivide numerosi tratti tipici delle forme di mutualismo. Ma è lo stretto legame con il territorio di riferimento a rendere la bilateralità una componente promettente nella costruzione di un secondo welfare che valorizzi il contesto locale, adattando l’offerta di welfare alle specifiche esigenze territoriali.

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