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Criticità al “Fatebenefratelli”, la Fp Cgil chiede un incontro in Prefettura

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La Fp Cgil chiede un incontro in Prefettura per discutere in merito ai problemi dell’ospedale “Fatebenefratelli” di Benevento. Un’azione – si legge nella nota a firma del coordinatore della Sanità Privata, Pompeo Taddeo – “in seguito a diverse richieste di incontro, inevase, inoltrate alla Direzione Generale della Provincia Religiosa del Fatebenefratelli di Roma, per il tramite anche delle direzioni amministrativa e sanitaria del nosocomio di Benevento, ove ci è stato più volte riferito di dover interloquire direttamente con la sede centrale in merito alle problematiche che stanno rendendo ingestibile lo svolgimento delle attività lavorative, acuendo un malcontento senza precedenti tra gli operatori tutti (medici, infermieri e ausiliari) che, se non affrontato, arrecherà nel breve periodo pesanti ricadute anche e soprattutto sulla qualità del servizio e sull’utenza”.
“A fronte di un incremento di 3mila prestazioni in più rispetto al precedente anno, a parità di risorse (umane) scarse, – prosegue il sindacato – si assiste a vere e proprie situazioni di cronicità che, reiterate, sono ormai divenute strutturali: gli operatori di pronto soccorso nei notturni, così come nei festivi, sono chiamati a prestare servizio non solo in P.S. ma anche contemporaneamente in sala gessi.
Questo poiché, diversamente dalle altre turnazioni ove sono previsti 4 o 3 infermieri, nel notturno e festivo gli operatori rimangono solo in due, con gravi ricadute anche sul servizio di triage, poiché spesso una di queste due unità è inviata a supporto anche presso la radiologia, ove è presente un solo tecnico che, in quanto solo, non riesce ad espletare il servizio di radiografia, per cui necessita di personale a sostegno, personale prestato dal pronto soccorso.
La reazione a catena – prosegue il comunicato – prevede, quindi, innanzitutto un malcontento dei pazienti in attesa che, non vedendo operatori in accettazione reagiscono spesso in malo modo (diversi i casi di aggressioni al personale di pronto soccorso) e lo stesso servizio di ingresso dei pazienti, giunti in loco sia a mezzo del trasporto in emergenza, sia con mezzo proprio, subisce inevitabilmente dei ritardi che, a loro volta, implicano una sosta delle ambulanze nei pressi dell’ingresso, con code di pazienti in attesa e ritardi nello “sbarellamento”, così’ come evidenziato anche da più fronti. Nel solo reparto di Medicina, poi, vengono assistiti circa 40 degenti assistiti, di notte, da 2 infermieri, un reparto che versa in condizioni di estrema difficoltà, data la presenza dei soli due infermieri cui è demandato il compito di assistere pazienti allettati e affetti da malattie gravi e debilitanti che li costringono a letto anche per diverse settimane.
Come FP CGIL in più occasioni, oltre a rilevare il problema, che alimenta un continuo malcontento tra i lavoratori, ormai vittime di un vero e proprio burn out generalizzato e, gli stessi pazienti, – conclude la sigla – abbiamo anche avanzato qualche ipotesi sulla quale costruire qualche soluzione senza incidere sui costi, come ad esempio istituire un gruppo di operatori reperibili nei momenti di maggiore difficoltà, nonché la presenza fissa di un ausiliario in pronto soccorso, in grado di poter trasportare tra i reparti e i laboratori tutto il materiale necessario. Numerosi i solleciti e gli inviti caduti nel vuoto”.