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CRONACA

Estorsioni in Valle Caudina, una condanna e una assoluzione

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Il Gip della quarta sezione penale del Tribunale di Napoli ha assolto con formula piena Clemente Caliendo, 58enne di San Martino Valle Caudina difeso dall’avvocato Valeria Verrusio, e condannato a quattro anni di reclusione Vincenzo D’Onofrio, 48enne di Arpaia. I due erano erano accusati di estorsione finalizzata a rafforzare il clan camorristico Pagnozzi, operante in Valle Caudina. Nei loro confronti le richieste di condanna, formulate dal Pm della Direzione Distrettuale Antimafia, erano di 6 anni di reclusione per Caliendo ed 8 per D’Onofrio.

Secondo l’ipotesi accusatoria, i due avrebbero costretto due imprenditori caudini a consegnare somme di danaro quale contropartita di un interessamento presso alcuni rivenditori della zona per ottenere la rinuncia ad un credito assunto per la gestione di un supermercato di Airola.

Il 7 maggio dello scorso anno, proprio a seguito delle prime indagini, D’Onofrio era stato tratto in arresto ad Airola. L’uomo fu trovato in possesso di 500 euro in banconote ritrovate nei suoi calzini nel corso della perquisizione personale. Dalle più recenti investigazioni era emerso che si era servito della presenza e della fama di Caliendo, storico esponente di spicco del Clan Pagnozzi, per intimorire le vittime dell’estorsione.

All’alba del 4 novembre 2016, i carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile di Montesarchio avevano dato esecuzione all’ordinanza di applicazione della misura cautelare della custodia in carcere, emessa dal Gip di Napoli arrestandoli entrambi. Il 21 novembre, il Tribunale del Riesame di Napoli, condividendo le argomentazioni della difesa, aveva disposto la perdita di efficacia della misura della custodia cautelare in carcere. Dopo soli tre giorni di libertà, il 24 novembre scorso, 58enne è stato colpito da un nuovo ordine di cattura, disposto sempre su richiesta della DDA di Napoli.

A seguito di un’immediata ed ulteriore richiesta di riesame presentata dalla penalista irpina, il Tribunale si era nuovamente pronunciato annullando integralmente l’ordinanza di custodia in carcere.

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