CRONACA
Omicidio Rosiello, la rabbia del fratello: “Incapacità e incoerenza nella gestione della vicenda”

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Una lettera alla nostra redazione per urlare tutta la propria rabbia. Ce la scrive Cosimo Rosiello, fratello di Antonello, il 41enne beneventano ucciso nella notte del 25 novembre 2013 a colpi di pistola. Per l’omicidio la Corte d’Assise aveva condannato a 25 anni di pena l’imprenditore Paolo Messina, 35enne del capoluogo, che però è irreperibile dal 31 ottobre, giorno della sentenza di condanna. Di seguito il testo della missiva scritta dal familiare.
“Quando leggi, “La Legge è uguale per tutti” ti senti tranquillo, ti affidi alle istituzioni, può mai essere che chi deve far rispettare la Legge non sappia fare il suo lavoro ? È lo Stato, ma che fai, non ti affidi alle istituzioni ? Purtroppo non è così, o forse nel nostro caso non è stato così! Tutto è cominciato con la decorrenza dei termini, eh si, perché a Benevento ci sono omicidi e decessi violenti tutti i giorni. Come si fa a redigere il verbale dell’autopsia. Come si fa in 365 giorni? Come si fa in 8760 ore??? Le istituzioni in questo caso che hanno fatto? Nulla.
Hanno solo dato la possibilità di preparare in tre anni di libertà una eventuale fuga, un eventuale bunker in città o forse a casa sua, avrebbero dovuto capirlo da quando è stato beccato con i soldi in macchina o quando era fuori città, che era un personaggio ed era pronto a darsi alla fuga. Ma no le istituzioni no non possono pensare. Il giorno della sentenza l’omicida non era in aula!
Secondo voi si è pensato di andarlo a prendere o di controllare la sua residenza ? Ma dai, ma perché? Ma lo sapete che tutte le udienze sono state affrontate con la presenza dei parenti del Messina, a volte, molte volte al nostro fianco, senza M A I la presenza di un poliziotto. Roba da matti. Solo la voglia matta di avere giustizia ha fatto in modo che non accadesse in aula, nulla di insensato. Tutti impegnati, mah.
E allora? Ci saremmo dovuti aspettare una sentenza esemplare? Una persecuzione del crimine? Incoerenza ed incapacità sono le uniche parole che ricorderemo di questo triste episodio. Però sappiamo che siamo nel giusto, siamo cambiati, oggi ci rivolgeremo ai media Nazionali, è quanto possiamo fare, perché forse ci aspettavamo uno sviluppo nelle ricerche diverso da quanto si sta facendo, pari a zero. Diffonderemo le stranezze di questa causa, sin dall’inizio. Oggi ci siamo rotti di quanto succede o meglio che non succede. Con questa lettera ci teniamo solo a far conoscere il nostro sdegno per come è evoluta tutta questa storia e gestita con le bende agli occhi”.
Roberto
7 Nov, 2017 a 10:58
Complimenti vivissimi alla Procura e alle Forze dell’Ordine. A nessuno è venuto in mente di tenere sotto controllo l’imputato alla vigilia della sentenza? Trattasi di un caso di omicidio e non di un imputato in attesa di sentenza per un reato di furto. Esclusa doverosamente la strada della connivenza resta aperta però quella della “colpa” per mancata vigilanza e quantunque non vi fosse stato un obbligo giuridico in tal senso resterebbe una “imperdonabile” disattenzione, legerezza nel gestire il caso.
Non occorrono menti eccelse per capire che è interesse naturale, istintivo di qualsivoglia imputato, quello di sottrarsi mediante fuga alla condanna e alla reclusione in carcere.
Ancor più deprimente è l’assenza di comunicati da parte della Procura e delle Forze dell’Ordine in merito alle misure da mettere in atto per assicurare il Messina alla Giustizia o meglio un pronunciamento circa la volontà di fare ogni sforzo possibile per ricercare e catturare il reo.
E’ doveroso ricordare che qualsivoglia organo dello Stato è tenuto se non giuridicamente ma in termini di correttezza democratica a dare risposte precise alla opinione pubblica, essendo al servizio della Legge e non al di sopra della stessa.