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Diga Campolattaro, c’è lo studio di fattibilità per le opere di derivazione delle acque

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I presidenti della Provincia di Benevento, Claudio Ricci, e dell’Agenzia Asea, Carlo Petriella, hanno inviato al Ministero delle Infrastrutture ed alla Regione Campania lo Studio di fattibilità per le opere di adduzione primaria di derivazione delle acque della Diga di Campolattaro.

Il documento, se ratificato, porterà alla sottoscrizione di una Convenzione con la Direzione Generale Dighe del Ministero per la realizzazione delle opere di derivazione: si tratta dunque di un atto che si potrebbe definire “storico” perché colma un vuoto tecnico ed amministrativo quasi quarantennale.

E’ stata dato dunque rispettato il cronoprogramma del percorso tecnico-amministrativo concordato il 18 ottobre scorso nel corso di una apposita Conferenza di Servizi presso il Ministero a Roma, che porterà nelle case, nei campi e nelle industrie circa 100 milioni di metri cubi d’acqua raccolti dal mega invaso sul fiume Tammaro costruito tra il 1980 e il 1995 dalla disciolta Cassa per il Mezzogiorno. Lo Studio di fattibilità, approvato dal Consiglio di Amministrazione dell’Asea, ente gestore della diga, e recepito dalla Provincia, ente concessionario della stessa, ha un quadro di riferimento economico compatibile con le risorse messe a disposizione dal Ministero delle Infrastrutture proprio le opere di derivazione della diga di Campolattaro.

Quando il progetto per la costruzione della diga fu approvato nel 1979, insieme ad essa non furono previste le opere di derivazione delle acque che l’impianto avrebbe raccolto; né le travagliate vicende connesse al “passaggio delle consegne” dopo lo scioglimento della Cassa per il Mezzogiorno hanno consentito l’utilizzo delle acque. Solo con la delibera n. 54 del 2016 il Comitato interministeriale per la programmazione economica (Cipe) sono state gettate le basi economiche e finanziarie per le opere di derivazione. Nel corso della riunione tra Ricci e Petriella, che ha portato alla sottoscrizione del documento per la trasmissione dello Studio di fattibilità, gli Uffici della Provincia hanno comunicato un’importante notizia sullo stesso argomento: sono state infatti ultimate le procedure per l’appalto dei lavori per la realizzazione della strada Senzamici in territorio di Morcone nell’area interessata dal lago artificiale creato dalla diga.

La realizzazione di questa nuova arteria, sia pure lunga solo poche centinaia di metri, è necessaria per impedire che la contrada Senzamici venga isolata dal resto del territorio per effetto dell’espansione delle acque del lago artificiale. L’appalto segna dunque un altro passo in avanti per la concreta messa in esercizio dell’impianto: fino a oggi infatti l’Autorità Nazionale che sorveglia le Dighe non aveva autorizzato il massimo riempimento dell’invaso proprio a ragione del fatto che questa misura avrebbe isolato i residenti nella contrada Senzamici. Nel momento in cui sarà aperta al traffico la nuova arteria (in una posizione sopraelevata rispetto a quella preesistente) la Direzione Dighe consentirà all’Asea di portare l’invaso alla sua massima quota di raccolta d’acqua e, quindi, darà il via libera definitivo all’utilizzo delle acque stesse.

“Sono molto soddisfatto per quello che l’Asea, ente gestore della Diga, ha fatto soprattutto in queste ultime settimane d’intesa con la Provincia” – ha dichiarato Petriella. “Abbiamo infatti ottemperato a tutti gli impegni assunti in sede di concertazione con il Ministero delle Infrastrutture, della Regione e della stessa Provincia. Ora tutti tasselli di questo puzzle istituzionale, tecnico, amministrativo e finanziario sono al proprio posto per consentire finalmente al territorio di poter sfruttare convenientemente, dopo tanti decenni, l’invaso di Campolattaro”.

Dal canto suo il presidente Ricci ha dichiarato: “Sul valore strategico per il progresso sociale, economico e civile del territorio della Diga di Campolattaro, la più grande della Campania, sono stati sempre tutti d’accordo. Fino a pochi mesi or sono però non si erano determinate le condizioni per sfruttare appieno quella risorsa. Oggi, grazie soprattutto al Ministero delle Infrastrutture, la Provincia e l’Asea sono riuscite a dare risposte concrete, certe e verificabili ai tanti problemi sul tappeto che impedivano l’uso della diga. L’acqua è un bene primario: con i provvedimenti che abbiamo assunto per sfruttare la risorsa idrica di Campolattaro siamo certi di aver reso un servizio fondamentale a cittadini del Sannio, della Campania e di gran parte del Mezzogiorno”.

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