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Allarme siccità, i geologi dell’Unisannio: “Carenza idrica almeno fino all’autunno”

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L’inizio della stagione estiva particolarmente caldo ha probabilmente fuorviato l’opinione di molti sui recenti provvedimenti di razionalizzazione della risorsa idrica intrapresi da molti acquedotti dell’Italia centro-meridionale. L’attuale carenza idrica non si attenuerà certo con le prossime piogge o con un improbabile calo delle temperature, essendo conseguenza delle scarse precipitazioni su un lungo intervallo temporale.

Il gruppo di Geologia applicata e Idrogeologia del Dipartimento di Scienze e Tecnologie, dell’Università degli Studi del Sannio, conduce da anni studi sui sistemi carsici della Campania e delle regioni limitrofe, finalizzati a valutare il loro comportamento idraulico e idrologico in relazione con i principali parametri climatici, in modo da formulare anche previsioni sulle portate erogate dalle sorgenti.

Proprio sulla base di tali studi e di collaborazioni con i principali enti acquedottistici, – spiegano i docenti Libera Esposito, Francesco Fiorillo e Francesco M. Guadagno – è emersa fin da alcuni mesi la drammatica condizione idrologica degli acquiferi carsici della Campania per la scarsità di piogge registrate nel corrente anno idrologico, ormai al termine.

Le piogge registrate a partire dal 1 settembre 2016 (convenzionalmente inizio dell’anno idrologico) sono ad oggi circa il 70% rispetto alla media storica; tuttavia a causa di una distribuzione temporale piuttosto anomala delle stesse, con dicembre praticamente secco, l’alimentazione delle falde (ricarica) è risultata ancora più ridotta ed ormai terminata. Il problema è che la ricarica di quest’anno (2016-2017) è circa la metà della media storica; tale importante scostamento dai valori medi è confrontabile solo con i periodi siccitosi più intensi registrati precedentemente, come quelli del 2002, 2006 e 2007, e del lungo periodo 1987-1993.

Ciò ha determinato in molte delle principali sorgenti carsiche alimentanti i principali acquedotti della Campania, Puglia, Lazio, Molise e Basilicata, un notevole calo delle portate, destinato a protrarsi fino ad almeno il prossimo autunno. Tutto ciò comporterà notevoli problematiche, di recente note all’opinione pubblica, ai sistemi di approvvigionamento e distribuzione della risorsa idrica.

Inoltre, per un comportamento di tipo “inerziale” degli acquiferi, il deficit idrico accumulatosi quest’anno potrà avere ripercussioni anche sulle portate del prossimo anno idrologico, come evidenziato dagli studi condotti sul comportamento di molti di questi acquiferi dopo annate particolarmente siccitose.

Si dovrà quindi gestire la risorsa attuale in maniera ottimale, anche sulla base di proiezioni accurate della disponibilità idrica, mediante modelli di previsione che sono molto affidabili fino al prossimo autunno e tarati specificamente per ciascuna sorgente captata.

Ci avviamo peraltro ad un incremento della richiesta idropotabile in agosto anche per effetto dell’incremento turistico che da qualche anno si registra nelle nostre regioni.

La scarsità di piogge su lungo periodo e che determina la siccità di tipo idrologico che stiamo attraversando ha delle ricorrenze temporali variabili (in genere alcuni anni) che dovrebbero essere tenute in considerazione dagli enti competenti sulla risorsa idrica, mediante piani di emergenza per fronteggiare tale tipo di siccità. Ciò soprattutto se si considera che gli effetti indotti da tali eventi hanno in genere impatti crescenti nel tempo, anche a causa del tendenziale incremento di richiesta per uso idropotabile.

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