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ECONOMIA

Coldiretti Benevento: “No al Ceta, a rischio consumatori ed eccellenze agricole sannite”

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Coldiretti Benevento dice no al Ceta (Comprehensive Economic and Trade Agreement), l’accordo tra Unione Europea e Canada che ha l’obiettivo di procedere alla progressiva liberalizzazione degli scambi riducendo o sopprimendo i dazi doganali. L’intesa, che era stata già approvata dal Parlamento europeo il 15 febbraio scorso, oggi approderà in Senato per il voto.

“Parliamo di un trattato assolutamente penalizzante per le nostre produzioni agricole ed agroalimentari di qualità – ha sottolineato il presidente Coldiretti Benevento e vice presidente nazionale, Gennarino Masiello – che significherebbe la morte del Made in Italy. Basti pensare che sarà consentita l’importazione di 1,2 milioni di tonnellate di grano duro proveniente dal Canada che in fase di preraccolta viene molto spesso trattato con il glifosato. A rischio è lo stesso principio di precauzione, visto che la legislazione canadese ammette l’utilizzo di prodotti chimici che in Europa sono vietati da oltre 20 anni. E mentre Coldiretti si sta impegnando per ottenere l’approvazione a livello comunitario del decreto di obbligatorietà dell’origine della pasta, il Canada si è già mosso per sollevare questioni di compatibilità del trattato con il decreto in questione”.

Gli effetti del’accordo potrebbero compromettere l’economia agricola del Sannio: il Canada è il principale esportatore di grano in Italia e l’introduzione del Ceta potrebbe provocare un crollo del prezzo di quello italiano per via dell’azzeramento strutturale dei dazi per l’importazione. Stesso discorso per la carne di manzo e suina.

“Siamo davvero preoccupati – ha aggiunto il direttore di Coldiretti Benevento, Francesco Sossi – perché su 288 denominazioni Made in Italy, registrate come Dop e Igt, nel risulteranno protette appena 41. Vuol dire che i nostri prodotti di eccellenza saranno venduti oltreoceano accanto ad altri prodotti canadesi per cui è concessa la possibilità di usare espressioni come “stile o tipo”: in pratica, delle goffe e improbabili imitazioni. Con l’approvazione del Ceta sarebbe minata la tradizione di eccellenza che abbiamo costruito nel tempo. Peserebbe anche l’impatto di circa 50mila tonnellate di carne di manzo e 75mila tonnellate di carni suini a dazio zero e fuori controllo sanitario.

Basti pensare che in Canada vi è un diffuso uso di ormoni negli allevamenti vietato ormai da anni in Italia. Il Ceta potrebbe portare un duro colpo all’economia sannita e mettere in discussione tutto quello su cui il Sannio sta lavorando per rilanciare la propria immagine: una terra fatta di storia, di valori e di eccellenze enogastronomiche. Ci auguriamo, pertanto, che il Senato voglia tener conto non solo della posizione di Coldiretti, ma di tutti quei movimenti che si stanno battendo in queste ore nel più assoluto silenzio delle altre rappresentanze agricole”.

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