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CULTURA

CIVES: nuove alleanze per promuovere coesione sociale

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“Comunità alla ricerca di coesione”, su questo tema si sono confrontati, ieri giovedì 9 marzo presso la Sala Lazzati del Centro di Cultura “Raffaele Calabria”, l’on. Clemente Mastella Sindaco di Benevento, il Prof. don Mario Iadanza Direttore Cultura e Beni Culturali della Diocesi di Benevento e il Dott. Filiberto Parente Presidente Regionale delle Acli. L’incontro rientra nell’ambito della decima edizione di Cives – Laboratorio di formazione al bene comune.

Nell’introdurre i lavori Ettore Rossi direttore dell’Ufficio diocesano per i problemi sociali e il lavoro ha affermato: “Il primo compito di chi ricopre ruoli istituzionali in una città è di preoccuparsi di promuovere la coesione sociale tra le persone e le famiglie più in difficoltà e quelle in condizioni migliori, tra i quartieri meno dotati di servizi ed infrastrutture e quelli più centrali, tra le diverse generazioni e tra i vari comparti socio economici di una comunità. E’ un impegno che però coinvolge tutti, dai soggetti culturali che devono promuovere un sintema di valori comuni in cui la maggioranza delle persone possa riconoscersi, al mondo del terzo settore che quotidianamente pone attenzione ed agisce per favorire l’inclusione sociale di quanti sono a rischio per le nuove e vecchie povertà o sono ai margini della vita comunitaria. Dobbiamo avere consapevolezza che la società cittadina beneventana vive un momento di grande vulnerabilità”. Mastella nel suo intervento ha riconosciuto che le classi medie sono ormai scomparse ovunque e la forbice della differenza sociale si è allargata: o si è ricchi o estremamente poveri. Il Sindaco ha elencato gli ingredienti di base per poter porre in essere strategie di inclusione: occorrono parti sociali pronte a cooperare ed energie culturali messe in campo da cittadini pronti al cambiamento. “In realtà, mi trovo in solitudine su entrambi i fronti e le istituzioni da sole non ce la fanno”, dichiara con amarezza. “Parte della città di Benevento si sta dimostrando riottosa alla svolta culturale”. Ricorda l’impegno per lo smantellamento dei parcheggi abusivi, per l’assegnazione delle case popolari a chi ne ha diritto. “Sono prigioniero politico di ciò che non ho fatto io e che è precedente alla mia amministrazione”.

Cita anche una delle vicende amministrative più disastrose: la mensa scolastica. “Sono iscritti duecento bambini ma solo novanta pagano regolarmente il ticket”. Poi riassume uno dei motivi per cui la mensa non decolla: “Come si fa a caricare sulla comunità le spese di chi non paga per il servizio reso?. Anche sulla sanità Mastella lamenta di non poter essere più incisivo. “Avevo in mente l’istituzione della “badante di prossimità”, figura in grado di regalare un po’ di respiro a quanti sono impegnati l’intera giornata nella cura di un proprio caro, al punto di vedere azzerata la propria esistenza”. Ma il progetto è ancora sulla carta perché non ci sono le risorse. Sulla questione migranti afferma: “Non vedo molti buoni samaritani in giro. Ognuno guarda e passa. In alcuni casi i migranti sono trattati da non persone”.

Lamenta la facilità con cui è stato concesso di attivare centri di accoglienza. “Sono diventati tutti gestori. Sono stati accolti migranti in misura maggiore rispetto alla capacità reale e prima o poi mi aspetto che la città esploda, non perché Benevento sia una città razzista, ma per le conseguenze di un eccesso di presenze, non facilmente gestibili”. Su una qualche forma di reddito di cittadinanza si dice favorevole, ma il problema sono sempre le risorse che mancano. Don Mario Iadanza riprende il tema migranti e parla senza mezzi termini di ipocrisia, quale tratto che ci caratterizza. Cita le banche responsabili di accogliere i petrodollari, gli stessi con cui si finanziano le armi e le guerre nei luoghi di provenienza di chi è costretto a lasciare il proprio paese di origine. Della democrazia annuncia la morte imminente, rischia di essere solo una parola del vocabolario. “Il panorama geopolitico è inquietante”- dice- “e le istituzioni sono sempre più deboli per reagire”. C’è un avvitamento generale della città su se stessa. Poi si volge a parlare del sistema viario: “Paradossalmente era più facile viaggiare nel ‘700”. Si riferisce alla frana che da circa sei anni preclude la viabilità in direzione Campobasso. Sul tema della coesione Iadanza ricorda che la parola comunità fa riferimento a patto, alleanza. “Dobbiamo pensare ad alleanze di famiglie per fare qualcosa di positivo sul territorio”.

Filiberto Parente, Presidente regionale delle ACLI, sottolinea la necessità di attuare un modello di welfare di comunità, a patto che le istituzioni e il privato sociale trovino sinergie collaborative. “La società ha bisogno di una politica forte, che sappia guardare lontano, al di là della beghe locali o momentanee”- dice. Sul tema dei migranti ha anche lui una proposta costruttiva: trasformare il “potenziale pericolo” in risorsa, partendo da politiche di integrazione che riportino le persone sulla via per riguadagnare dignità. L’inclusione passa, secondo il presidente regionale delle ACLI, attraverso l’apprendimento della lingua italiana, in primis, e magari, nell’impiego dei neocittadini nella cura dei beni territoriali. “Alla politica non si chiedono buoni samaritani, ma politici che si attivino con competenza e trasparenza”. La conclusione ad Ettore Rossi, che strappa al titolare di Palazzo Mosti la promessa di un dialogo per pensare ad un “regolamento per l’amministrazione condivisa dei beni comuni”, con cui consentire ai cittadini di prendere in carico strutture pubbliche dismesse o condurre iniziative di solidarietà e cittadinanza attiva.

 

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