POLITICA
Ricci-Mastella, è scontro aperto. Il presidente della Rocca: “Soffre di vuoti di memoria”

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“Clemente Mastella si è innervosito. Forse è anche colpa del freddo, ma soffre anche di paurosi vuoti di memoria. Ma non è un problema mio: si curi”. E’ la dura replica del presidente della Provincia di Benevento, Claudio Ricci, al sindaco Clemente Mastella.
“Egli continua ad occuparsi del mio operato alla Rocca dei Rettori probabilmente per depistare dalle sue deludenti attività quale di sindaco di Benevento. Ripensi, infatti, al danno reale e concreto che la sua Amministrazione ha arrecato alle centinaia di cittadini beneventani, e non solo, i quali non hanno voluto più richiedere il ristoro dei danni dell’alluvione 2015 perché impauriti dalla falsa notizia di dover restituire i contributi ricevuti – prosegue la nota -. Mastella dice cose non vere, perché non le conosce e non approfondisce le questioni. Mi risulta che non si è mai occupato seriamente della Provincia. L’ultima volta che lo ha fatto è stato nel 2009 proprio di questi tempi.
Da poco aveva contribuito alla caduta del Governo Prodi con la più classica delle operazioni trasformistiche; e nel gennaio 2009 cominciò a brigare per far cadere l’Amministrazione del Presidente Cimitile da poco eletta – commenta Ricci -. Per un disegno strategico a favore del Sannio? Ma no; nessun disegno se non quello di non perdere l’allenamento al salto della quaglia, al passaggio cioè da uno schieramento all’altro, sempre alla ricerca di un tornaconto politico personale. Fui proprio io, insieme ad autorevoli amici, a sventare l’operazione alla Provincia facendogli inghiottire un boccone molto amaro. Si spiega anche così, forse, tanto livore nei miei confronti?
Siamo alla vigilia della Befana ed, in questo giorno, tutti si aspettano doni – attacca il presidente della Rocca -. Io gliene auguro di cuore uno soprattutto: che gli venga finalmente qualche buona idea per la città di Benevento. La quale appare già rassegnata e senza prospettive o, peggio, testimone delle solite pratiche che sanno di vecchia politica. Per quanto riguarda gli ‘insegnamenti’ che avrebbe dovuto impartirmi negli anni della comune militanza democristiana, gli consiglio di lasciar perdere.
La parola ‘insegnamento’ è infatti seria ed assai impegnativa: credo non alla sua portata, non avendone la vocazione, né l’esperienza – conclude la nota -. E meno male! Ho corso il rischio, per esempio, di imparare come si fa a farsi eleggere da una parte per poi andare dall’altra. Mamma mia, roba da rabbrividire: è il caso di dire che sono miracolato”.