SANNIO
Morti bianche, la Fgci della Valle Caudina: “Più unità tra i lavoratori”

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“Abdesselem el Danaf. E’ questo il nome dell’operaio travolto mentre picchettava davanti allo snodo strategico nella logistica della GLS a Piacenza. Un picchetto dell’Unione Sindacale di Base, sindacato che da mesi sta portando avanti una trattativa nell’azienda, riguardante il reintegro di alcuni lavoratori licenziati. Un picchetto spontaneo sorto dopo che i vertici dell’azienda hanno disatteso a tradimento l’accordo di reintegro. Un picchetto forzato da un camion guidato da una persona, secondo alcune testimonianze, aizzata a schiacciare l’acceleratore”. Così in una nota la Federazione giovanile comunisti italiani della Valle Caudina.
“E’ indegno chi oggi nega l’esistenza del conflitto di classe. Esso è vivo e presente, e uccide – aggiunge la nota -. E solo la solidarietà tra i lavoratori può bloccare questo degenero. Parliamoci chiaro: è un evento al momento eccezionale, questa morte. Ma da troppi anni osserviamo una china discendente nel mondo del lavoro (voucher, precarietà, lavori sottopagati, aumento del lavoro nero…) che non fa altro che diventare sempre più ripida. La morte “violenta” di Abdes è uno dei mille campanelli di allarme che in molti non vogliono sentire, per le ragioni più disparate: interessi economici, stupidità, viltà e codardia, impossibilità nel reagire da soli. Mille campanelli che ci avvertono di come la società stia diventando sempre più simile ad una società schiavista, alla barbarie dello sfruttamento umano. E’ poi davvero un’ eccezione questa morte? Sì e no. Sì nel senso che da anni non si viveva una morte violenta ad una azione di lotta sindacale. E questo la rende peculiare. Ma in realtà la moria sui posti di lavoro è entrata nella norma, soprattutto riguardo la sicurezza sul lavoro.
Sempre nella giornata del 15 settembre conclude la Fgci – abbiamo ricevuto un’altra brutta notizia alla morte di Abdesselem el Danaf, si è aggiunta quella di Edoardo Mora, di appena 22 anni, che stava cercando di caricare un piccolo escavatore su un camioncino a Parma. Le 2 rampe non hanno retto. Si sono rotte e l’escavatore si è ribaltato, col corpo di Mora sotto. Da una parte un giovane muore per la poca sicurezza sul posto di lavoro, e dall’altra si aggiunge quella di un vecchio padre di famiglia che muore mentre sciopera. Capite bene di cosa si parla e perché è necessaria l’unità tra i lavoratori per fermare questo scempio quotidiano, questo stillicidio quotidiano. Noi abbiamo già fatto la nostra scelta di lotta politica sul mondo del lavoro. E non cederemo di un passo”.