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Benevento, dopo l’alluvione il Comitato “La Contrada” a lavoro per Pantano. De Rosa: “Mettere in sicurezza il fiume”

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GUARDA VIDEO Messa in sicurezza di contrada Pantano e progettare una nuova integrazione con gli altri quartieri di Benevento. Riparte da queste proposte il comitato di quartiere “La Contrada” che, questo pomeriggio, ha organizzato un incontro pubblico con le istituzioni per discutere di quanto accaduto durante l’alluvione degli scorsi 15 e 19 ottobre e per presentare le proposte per il futuro.

Al dibattito, oltre ai residenti della zona, erano presenti per la parte pubblica il sottosegretario alle Infrastrutture e trasporti, Umberto Del Basso De Caro, il sindaco Fausto Pepe e il presidente della Provincia, Claudio Ricci.

“Tra i relatori – ha spiegato il presidente del comitato Alfonso De Rosa – ci sono anche l’architetto Francesco Bove e l’ingegnere Feliciano Cefalo che hanno presentato uno studio di fattibilità su un progetto che prevede la messa in sicurezza e lo sviluppo della contrada”.

L’auspicio è che si possa intervenire, in tempi brevi, per garantire la sicurezza dell’area. La volontà dei cittadini è quella di ritornare a vivere a Pantano.

“Le nostre radici sono in quel fazzoletto di terra – ha concluso De Rosa – e non abbiamo intenzione di abbandonarlo. Bisogna, però, pensare al futuro e lavorare affinché una disgrazia del genere non accada più”.

LE INIZIATIVE DELLA PROVINCIA – Il Presidente della Provincia si è complimentato con i promotori dell’iniziativa e con i relatori intervenuti, in particolare con i tecnici, l’architetto Franco Bove e l’ingegnere Feliciano Cefalo, per le brillanti analisi scientifiche e le interessanti proposte formulate per evitare futuri catastrofi dopo quelle dello scorso mese di ottobre.

Ricci ha ricordato che, già nelle ore immediatamente successive alle piene che hanno travolto numerosi centri del Sannio, la Provincia, su sua disposizione e grazie all’abnegazione dei tecnici e dei funzionari dell’Ente, ha avviato lavori di somma urgenza, con la procedura dei “debiti fuori Bilancio” per tentare di alleviare almeno i disagi maggiori delle popolazioni colpite.

In particolare ha ricordato che sono già in corso i lavori per il ripristino delle condizioni minime di sicurezze in alcune aree del Fortore e del Tammaro particolarmente colpite, come quelle dei ponti Setteluci e Treluci sul Fiume Fortore o a Ponte Calise in prossimità di San Giorgio la Molare. Ricci ha tuttavia ribadito che con i soldi a disposizione dell’Ente non è assolutamente nemmeno ipotizzabile un intervento per il ripristino di 500 chilometri di strada provinciale che sono stati distrutti.

Ha citato il caso della comunità di Casalduni isolata perché, a 20 giorni dagli eventi alluvionali, un ponte non ha retto allo stress subito per la furia delle acque il 14 e il 15 ottobre. Ricci ha poi ricordato, sulla scorta dei dati tecnici forniti all’uditorio da Bove e Cefalo, che la enorme quantità di acqua caduta sul Sannio nella sola nottata tra il 14 e 15 ottobre (anche 220 millimetri rispetto ad una media mensile di ottobre di soli 50), consiglia di rivedere e con urgenza le norme regionali che attualmente regolano la pulizia e la manutenzione dei corsi d’acqua, consentendo di dare avvio a quelle proposte che la stessa provincia aveva formulato nei mesi scorsi ma che non era stato possibile accogliere.

Ricci non ha mancato di evidenziare che, per quanto è successo, vi sono comunque precise responsabilità rispetto alla gestione ed all’uso del territorio ed ha auspicato che le drammatiche vicende dei giorni scorsi, possano avere almeno lo scopo di “riposizionare”, così ha detto, la nostra cultura e le nostre politiche sull’ambiente verso un maggiore rispetto del paesaggio, delle colline, delle penetrazioni vallive e dei nostri fiumi.

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