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Salute

Appalto Mensa Asl: la Rete Sociale ricorre all’Autorità Nazionale Anti Corruzione

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“I nostri dubbi contenuti nella diffida dei giorni scorsi sulla legittimità del capitolato Asl per la mensa ai malati psichici, trovano una prima conferma nel responso della Soresa, la società costituita dalla Regione Campania per razionalizzare la spesa sanitaria. Oltre che la centrale acquisti dei prodotti destinati alle Asl, la Soresa è l’organo che le autorizza a stipulare contratti per la fornitura di beni e attrezzature, individuandone i parametri: pertanto, senza l’autorizzazione della Soresa, tali atti e contratti sono nulli e costituiscono “causa di responsabilità amministrativa”.

Ecco perchè di fronte ai dubbi sulla legittimità delle procedure adottate dai funzionari Asl per il servizio mensa ai sofferenti psichici, il primo passo è stato porre il quesito alla Soresa: che oggi ci dà ragione. E questo ci spinge a compiere il secondo passo: interessare l’Autorità Nazionale Anti Corruzione (ANAC), presieduta da Raffaele Cantone, preposta proprio al controllo e alla vigilanza dei contratti pubblici.

Ma partiamo dal quesito posto alla Soresa, sollevato da diversi interrogativi rimasti senza risposta sulle procedure per assegnare l’appalto. Primo interrogativo: perché, pur potendo adottare procedure che avrebbero consentito di rispettare le direttive della dirigenza Asl e le indicazioni dei medici nell’interesse degli utenti, i funzionari responsabili del procedimento non ne hanno tenuto conto?

Secondo interrogativo: perché non hanno redatto un nuovo capitolato di gara con “procedura aperta” che avrebbe consentito di separare la mensa degli ospedali da quella per i sofferenti psichici e di allestire per questi ultimi il servizio di tipo “familiare” previsto dalla legge a fini terapeutici? Terzo interrogativo: perché al posto della “procedura aperta” – che “apre” la gara anche a un maggior numero di imprese – è stata attivata, invece, una cosiddetta “procedura negoziata” che ha consentito al responsabile Asl del procedimento di “scegliere” un ristretto numero di concorrenti da far partecipare alla gara “ignorando” gli indirizzi del vertice aziendale e le esigenze dell’utenza?

Così, fra questi interrogativi prodotti dalla mancanza di trasparenza – principio cardine per la gestione di fondi pubblici – sorge quello più inquietante, riguardante l’autorizzazione chiesta dai funzionari Asl alla Soresa di applicare nell’appalto-mensa la “procedura negoziata ex art.57”: procedura che, come noto agli addetti ai lavori, può essere adottata per riproporre una gara precedentemente andata deserta a patto che non venga modificato il precedente capitolato “in maniera sostanziale”.

Di qui il nostro quesito: ma allora può essere considerato “legittimo” questo capitolato non solo modificato, ma in cui sono scomparse proprio le clausole a garanzia degli utenti (come la consegna dei pasti entro 1 ora dalla preparazione) e limitata la partecipazione delle ditte rispetto alla precedente procedura “aperta”? Ed ecco come risponde la Soresa: nell’ “attivazione di procedura negoziata ex art. 57 (…) non possono essere modificate in maniera sostanziale le condizioni iniziali previste nella gara andata deserta, pena la necessità di una nuova procedura aperta”. Una risposta chiara che rende ancora più oscure le motivazioni con le quali i “controllori” dell’Asl hanno certificato la “regolarità” di questo capitolato.

E poiché nella Pubblica Amministrazione, la trasparenza delle procedure è la prima garanzia contro abusi ed omissioni, abbiamo deciso di rivolgerci all’Autorità Anticorruzione per chiedere di valutare se si ravvisino irregolarità nelle procedure adottate dai funzionari Asl, nella mancanza di trasparenza che avvolge sia il precedente che l’attuale appalto e nel comportamento omissivo seguito alle nostre diffide e alle richieste di accesso agli atti pubblici. Una denuncia all’Anticorruzione che, per noi, è un altro passo verso la verifica approfondita di tutte le procedure adottate nel Dipartimento di Salute Mentale per la cura e la riabilitazione dei pazienti: perché da queste spesso dipende la loro salvezza o la loro condanna”.

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