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Valle Telesina

“Telese Bene Comune”, il candidato sindaco Aceto torna a chiedere un confronto pubblico con Carofano e Abbamondi

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Una cittadina in grado di offrire servizi pienamente centrati sui bisogni della popolazione. Obiettivo alla base della programmazione di ‘Telese Bene Comune’, la squadra che sostiene la candidatura a sindaco di Gianluca Aceto. Tra i servizi spicca l’offerta sanitaria, settore che ha sempre caratterizzato la cittadina termale, con le due storiche cliniche private Gepos e San Francesco, la struttura della Fondazione ‘Salvatore Maugeri’ e il Centro di riabilitazione ‘Relax’.

«Telese Terme – evidenzia la candidata alla carica di consigliere comunale Livia Conte, infermiera professionale che opera presso il servizio di Primo Soccorso di una delle due cliniche telesine – è luogo di eccellenza nell’ambito dell’offerta sanitaria della provincia di Benevento e dell’intera regione. Le diverse strutture operanti, insieme all’offerta termale, ne fanno una ‘Città della salute e del benessere’. Tuttavia – sottolinea Conte – questa propensione negli ultimi tempi si trova a fare i conti con la mancanza di strutture pubbliche idonee ad ospitare gli importanti servizi, come mostra la vicenda del Distretto Sanitario dell’Asl».

L’offerta sanitaria telesina si trova a fare i conti con una serie di fattori da affrontare. Da una parte un servizio da adeguare ai cambiamenti sociali e ai mutati bisogni, con la richiesta di interventi capaci di coinvolgere; dall’altra la necessità di integrare le politiche sanitarie con quelle sociali e con quelle ambientali e formative fino a quelle urbanistiche abitative.

«Siamo consapevoli – evidenzia il candidato sindaco Aceto – che da troppo tempo per Telese è stata perseguita una visione urbanistica senza alcun legame con il territorio e la sua identità. Per questo riteniamo necessario rivedere gli spazi e la città in funzione di un nuovo corso dove va privilegiata la riqualificazione, l’apertura di spazi pubblici di socialità, la messa a disposizione di opportunità che rilancino l’occupazione. Telese Terme soffre di un evidente paradosso: la sovraofferta di edilizia privata, che la crisi economica generale ha contribuito a svilire, e la mancanza di spazi pubblici in cui allocare i servizi che hanno sempre caratterizzato la nostra realtà e che oggi si trovano a fare i conti anche con i tagli imposti dalla spending rewiew.

Non sarà facile “difendere” i servizi attualmente ospitati da Telese. Si pensi, ad esempio, alla sede dell’Inps, al Centro provinciale per l’Impiego, alla Polizia di Stato… In merito alla vicenda del Distretto Sanitario ci impegniamo a risolvere, in via prioritaria, i problemi amministrativi che investono l’immobile privato di contrada Lagni, oggetto di compravendita – avviata e non perfezionata – tra la proprietà e l’Asl di Benevento.

Restando nel settore edilizio – aggiunge Aceto – ci assumiamo l’impegno ad avviare un tavolo con l’Associazione Nazionale Costruttori Edili (Ance), operatori economici e istituti nazionali di credito, per predisporre una proposta di utilizzo del patrimonio edilizio privato che rimane tuttora inutilizzato. Proporremo, ad esempio, dei protocolli d’intesa per la vendita o per l’utilizzo, a prezzi calmierati per un determinato periodo di tempo, dei locali e degli appartamenti sfitti o invenduti. Gli scopi sono chiari: rimettere in moto il mercato edilizio; valorizzare il patrimonio esistente senza consumare ulteriore suolo; agevolare le famiglie, operatori economici, associazioni. Anche su questi argomenti siamo l’unica lista che può garantire di attuare quanto dichiarato.

Sfido i candidati sindaci Carofano e Abbamondi a discutere di queste vicende e delle altre tematiche importanti per Telese Terme in un confronto pubblico. Chiedo loro di puntare l’attenzione sui reali bisogni della cittadina, abbandonando una campagna elettorale che li vede fino ad ora protagonisti di sterili scambi di accuse e di un reciproco rimbalzarsi delle responsabilità circa le criticità che questa cittadina soffre. Responsabilità – conclude Aceto – che partono da lontano, aggravate dall’immobilismo che ha fortemente segnato l’operato degli uomini di Carofano».

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