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“Un goal per la vita”: la squadra della sezione G vince il triangolare di calcio al carcere di Benevento

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Si rinnova per il dodicesimo anno consecutivo l’appuntamento con “Un goal per la vita”: la società civile incontra i detenuti della Casa Circondariale di Benevento. L’evento, promosso e organizzato dall’USAcli, reinventa l’approccio alla realtà carceraria attraverso il linguaggio universale dello sport; laddove si fondono esperienze di vita tra loro eterogenee, ma in sinergia verso l’unico obiettivo di proclamare e confermare la dignità di ogni persona.

In un triangolare di calcio avvincente l’USAcli di Benevento, con il supporto dell’Anspi rappresentata dal presidente Rosario De Nigris e don Michele Villani, ha messo in campo una squadra composta da volontari del sociale, che pur vincendo la prima partita si sono classificati al secondo posto, contro due formazioni in rappresentanza degli ospiti del Penitenziario.

E proprio la squadra della sezione “G”, la quale annoverava calciatori di ottimo livello, ha trionfato mettendo a segno 7 reti nella gara finale. Ma tra tutte le emozioni in campo è emersa la gran voglia di ricominciare, di riprogrammare il cammino di un’esistenza che, seppure connotata da qualche errore, può dirsi ancora aperta a nuove opportunità: prima di tutte quella di credere in sé e nella società civile.

La restrizione della libertà personale, infatti, se da un lato “retribuisce” il reo per le infrazioni commesse, dall’altro crea l’occasione per riformulare una scala di valori e comportamenti socialmente condivisi. Tale è il tessuto programmatico e amministrativo che la direttrice della struttura, Maria Luisa Palma, sostiene con fervido impegno: la stessa aggiunge che la rieducazione sottende “la necessità che il carcere sia sentito come una parte della società” e attraverso la collaborazione con le associazioni di promozione della dignità personale si può creare un rapporto realmente produttivo con le Istituzioni territoriali.

A questo scopo le ACLI, con diverse tipologie di attività a difesa degli “ultimi” si propongono come viatico formativo verso una dignità ritrovata, riscoperta; il presidente provinciale Parente ha evidenziato, al proposito, che, lo sport è un “ottimo collettore sociale”, un luogo-non luogo in cui le forme della società civile si ricompongono in un disegno armonioso di abilità e caratteristiche che, seppur diverse, giungono a completarsi.

Del medesimo avviso è il consigliere comunale Sergio Tanga e il vicepresidente nazionale dell’USAcli Antonio Meola il quale ha ricordato la valenza di diverse iniziative promosse, tra cui il corso per arbitri di calcio, svoltosi anni fa presso la struttura di Benevento, con il valido apporto di Enzo Caldora nonché arbitro del torneo: “Il corso per la formazione degli arbitri di calcio è stato svolto presso altri Istituti detentivi italiani”, soggiunge Meola, “che hanno accolto di buon grado l’esempio del Carcere – pilota di Benevento”.

Indubbiamente, le regole dello sport rappresentano in tutto e per tutto quelle della società civile: al fallo succede la punizione, è vero, ma alla professionalità e al rispetto di sé e degli altri consegue una vita dignitosa; “i cartellini” e le squalifiche sono momenti di riflessione strumentali alla riprogrammazione di una nuova partita.

Questo, in poche battute, l’intervento del delegato provinciale CONI, Mario Collarile il quale si è impegnato, inoltre, a farsi portavoce presso il Presidente nazionale del CONI Giovanni Malagò delle problematiche inerenti il campo da gioco: “E’ necessario garantire condizioni di gioco sicure e dignitose anche attraverso il ripristino del terreno di gioco con gli interventi tecnici all’uopo necessari”.

A questo impegno si è aggiunta la disponibilità del Consigliere Provinciale Gianluca Aceto che ha garantito una fattiva collaborazione delle Istituzioni territoriali nell’alveo delle specifiche competenze.

La manifestazione si è conclusa con la premiazione delle squadre connotata da un piacevole fuoriprogramma, un ringraziamento alla direttrice dott.ssa Palma da parte di un ospite della Casa Circondariale: “Grazie, dottoressa, perché ci dà l’occasione di incontrare e rapportarci con tante persone che credono nel valore della rieducazione e ci rendono protagonisti di nuove sfide per una vita migliore”.

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