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Social network e imprenditorialità, a Benevento il 48,8% delle imprese web 2.0 è donna
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Le imprese web 2.0 sono, dunque, un fenomeno crescente ed è necessario alimentare una nuova visone del mercato che tenga conto delle innovazioni senza danneggiare le tradizioni e la cultura prevalentemente rurale del Sannio, dove spesso la carenza degli impianti infrastrutturali limita le potenzialità economiche e di sviluppo delle realtà imprenditoriali, che attraverso il web, invece potrebbero ridurre i costi di gestione, accedere ai servizi a basso costo ed aumentare l’esportazione tramite l’e-commerce.
Ne è convinto il comitato per l’imprenditorialità femminile della Camera di Commercio di Benevento, costituitosi solo a luglio scorso e attivo da settembre, e che ha organizzato in collaborazione con Unioncamere un workshop formativo rivolto alle imprese e agli studenti sanniti per comprendere come utilizzare al meglio internet e i social network.
Un’opportunità che è stata già colta in questi anni da alcune imprese sannite e in particolare quelle guidate da donne. Il 48,8% delle imprese femminili a Benevento, infatti, usa internet per commercializzare e promuovere i propri prodotti ed è un trend che si allinea al dato nazionale che fa registrare una crescita del 54% nell’ultimi triennio di imprese attive su internet.
“Il seminario – ha detto il presidente del comitato Annarita De Blasio – si pone come obiettivo la creazione di una nuova sinergia fra impresa e mercato rafforzando il rapporto con le istituzioni scolastiche”.
Quello di oggi è solo il primo passo per incrementare e migliorare la cultura dell’imprenditorialità femminile di cui Benevento vanta un primato secondo i recenti dati dell’osservatorio di Unioncamere.
Resta da capire quante imprese rosa sono nate e si sono sviluppate con l’utilizzo dei fondi regionali ad hoc. Di certo una problematica che si registra quotidianamente è la difficoltà di accesso al credito. “Tematiche – ha detto la De Blasio – che saranno affrontate a breve in altri seminari am anche in termini concrete rapportandosi direttamente agli istituti bancari perché la difficoltà di accesso al credito per le donne che vogliano fare impresa è oggettiva”