CRONACA
Benevento, rissa tra detenuti al carcere di Capodimonte
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Ancora una rissa al carcere di contrada Capodimonte, a Benevento. Secondo le prime informazioni raccolte, ad essere coinvolti in una lite violentissima sarebbero stati detenuti napoletani di clan camorristici e altri di origine calabrese, entrambi appartenenti al circuito alta sicurezza.
L’episodio di violenza è avvenuto questa mattina nell’ora di passeggio all’interno della struttura e scaturito a seguito di una precedente discussione verbale.
Secondo quanto si apprende, inoltre, gli affiliati delle due organizzazioni criminali rivali si sono affrontati nel tentativo di imporre la loro leadership all’interno del casa circondariale sannita.
Da un iniziale acceso diverbio, contenuto grazie all’intervento del personale di Polizia Penitenziaria, i detenuti, poco dopo, sono passati alle vie di fatto affrontandosi in una violenta colluttazione, il cui bilancio è stato di 7 feriti non gravi, immediatamente soccorsi e curati dal Personale Sanitario dell’Istituto.
Tempestivo l’intervento degli agenti penitenziari che, malgrado le difficoltà per il numero ridotto dovuto alla stagione estiva e ai piani ferie, sono intervenuti ripristinando l’ordine e la sicurezza nell’area.
Quanto accaduto è l’ennesimo fatto nel giro di pochi mesi: lo scorso 19 giugno una rissa tra arrestati appartenenti al clan dei casalesi e altri di origine partenopea vide tra i protagonisti il figlio di Francesco “Sandokan” Schiavone.
“Solo l’alta professionalità e la tempestività dell’intervento dei pochi Agenti presenti – dichiarano le organizzazioni sindacali CGIL , SiNAPPe UGL e UIL – ha evitato epiloghi ben piu’ seri”.
“Appena 24 ore orsono, avevamo segnalato sia la carente percezione ed osservanza degli standard minimi di sicurezza sia l’evidente assenza di equilibrio tra necessarie esigenze di sicurezza dell’Istituto penitenziario beneventano e il permanente e imposto aumento di attività trattamentali onerose e dal dubbio valore riabilitativo, a favore dei detenuti da parte della dirigenza, anche nel periodo concomitante con le ferie estive del personale, non tenendo conto, secondo una prassi negativa e antiprofessionale, ormai cronica e più volte criticata, della riduzione della forza lavoro di quest’ultimo”.
“Tali attività, dipendenti da accordi fittizi con i coordinatori di alcune unità operative per la gestione del Personale da “indirizzare opportunamente” verso lo spasmodico aumento di tali attività trattamentali, sottraggono ineliminabili risorse del personale al controllo del restante contesto, costituito e condiviso da Operatori e detenuti, da lungo tempo ormai, troppo bisognosi dell’attento ascolto e della comprensione dei reali aspetti controversi dell’Istituto, da chi potrebbe e dovrebbe in maniera piu’ competente, regolare, adeguata e globale, concretamente e repentinamente risolverli”.
“In ultimo – concludono i Sindacati – alla luce dei recenti eventi e di quanto già ampiamente evidenziato in passato, a tutela della sicurezza dell’intera struttura, degli Operatori e utenti, nonchè ai fini del rispetto delle imprescindibili prerogative sindacali per nulla considerate o sminuite dalla direzione, non possiamo far altro che ribadire, con piu’ forza, l’attuale stato di agitazione e con obbiettiva fermezza, l’urgenza di un immediato ed irrevocabile avvicendamento al vertice della dirigenza”.