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Incendi allo Stir di Casalduni e a Fragneto Monforte. Le precisazioni della Samte

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In relazione al dibattito pubblico, sviluppatosi sugli incendi verificatisi nell’area STIR di Casalduni e a Fragneto Monforte, in località Toppa infuocata, la SAMTE ritiene opportuno intervenire e precisare sulle due vicende. 

Come è noto – scrive l’amministratore Giovanni Zarro – gli incendi si sono verificati il primo, località Toppa Infuocata (Fragneto Monforte) il giorno 17/08/2013, il secondo area dello STIR di Casalduni martedì 20 agosto. Le aree di stoccaggio sia di Casalduni (area STIR) sia di Toppa Infuocata (in Fragneto Monforte) vennero realizzate dalla FIBE per conto della Regione Campania, prevaricando la netta opposizione delle Autorità locali.

Nel tempo è intervenuto contenzioso giudiziario tra Regione Campania e FIBE, e i siti sono stati sottoposti a sequestro giudiziario dal Tribunale di Napoli, che ha nominato un custode giudiziario nella persona dell’Ing. Antonio Cocchiaro, per Fibe.

Vi è – aggiunge Zarro – notevole incertezza sulla competenza della gestione dei siti e sulla messa a disposizione della necessaria provvista finanziaria, tuttavia, al di là delle questioni giuridiche, la Provincia, attraverso la SAMTE, con spese attinte, finora, dal proprio bilancio, si sono fatti carico delle questioni correnti della gestione, in particolare del percolato e di quelle nascenti dall’emergenza. Per Toppa Infuocata, quanto ad emergenza, quello del 17 agosto, si cifra come il terzo incendio intervenuto in pochi mesi; per il corrente anno, infatti, se ne sono verificati altri due.

In relazione all’emergenza dei due incendi, la SAMTE doverosamente ha dato il suo contributo. Quanto a Toppa Infuocata attraverso il proprio dipendente Sig. Masullo Raffaele ha seguito e presidiato le complesse vicende scaturenti dall’evento emergenziale.

Inoltre, sempre la SAMTE, a proprie spese, per conseguire l’obbiettivo di una più efficace azione di spegnimento, ha messo a disposizione un escavatore. A proprie spese perché l’escavatore è stato noleggiato. L’opera dell’escavatore, insieme a quella tempestiva ed efficiente dei Vigili del Fuoco, è stata determinante al fine di conseguire un più rapido ed insieme completo spegnimento delle fiamme.

Quanto all’incendio, occorso al sito antistante allo STIR, invero, di assai più modeste dimensioni rispetto a quello di Toppa Infuocata, appena intervenuto le maestranze della SAMTE hanno provveduto, con gli estintori, a circoscrivere le fiamme; in seguito l’intervento dei Vigili del Fuoco, come sempre efficiente e tempestivo, ha domato definitivamente l’incendio e monitorato eventuali focolai nascosti.

Inoltre, la SAMTE ha sollecitato un incontro con ARPAC, Provincia e il custode giudiziario per affrontare le emergenze successive all’incendio di Toppa Infuocata. L’incontro, previo sopralluogo si è tenuto martedì 20 agosto. Ha dato luogo ad apposito verbale. Per gli effetti all’atto maturati vi è da dire che, l’ARPAC dal canto suo ha localizzato strumenti di misurazione del grado di contaminazione delle matrici ambientali ed ha proceduto ad una campionatura del percolato prodotto; la SAMTE si è impegnata ad evacuare il materiale combusto, secondo le indicazioni di legge.

Naturalmente ciò può avvenire a seguito dell’autorizzazione dell’Autorità Giudiziaria competente (Tribunale di Napoli), essendo come detto il sito sottoposto a sequestro giudiziario. Quanto all’incendio, viceversa, che ha interessato il sito antistante lo STIR saranno effettuati gli interventi necessari di messa in sicurezza del telo. Anche questi a seguito della necessaria autorizzazione dell’Autorità Giudiziaria.

Quanto al dibattito pubblico intervenuto, in particolare quanto a “Sannio terra di fuochi”, e quanto alla emissione di diossina, sostanza estremamente dannosa per l’uomo, – prosegue – si precisa quanto segue:

a. Le matrici ambientali “offese” dalle conseguenze degli incendi saranno tutto controllate e monitorate come per legge dagli organi di controllo, in particolare dall’Arpac.

b. Tuttavia, volendo essere realisti, il Sannio non può essere paragonato alla terra dei fuochi che segna il territorio circostante il tenimento di Aversa, né, evidentemente, l’emissione della diossina che forse è intervenuta a seguito dei ricordati incendi, Toppa infuocata e Stir, può essere paragonata, quanto a consistenza, all’emissione di diossina che si verifica nei territori casertani.

c. Ancora. Quanto all’emissione di diossina, essa viene monitorata dagli uffici dell’Arpac e si attendono le determinazioni di questo Ente per parlarne dati alla mano. Prima della pubblicazione di queste analisi, ogni allarmismo, forse, è fuori posto. Questo non giustifica niente e nessuno! Bisogna e bisognerà stare attenti a tutti gli aspetti che l’emergenza pone.

Vuol significare però che il “dare l’untore” non trova luogo in una società, come quella italiana, che vuole essere compresa tra quelle avanzate. Se la gestione delle relative funzioni viene effettuato in modo corretto, responsabile. Magari, anche, competente. E senza chiasso. Senza quel chiasso che assume finalità allarmistiche.

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