CRONACA
Strage del bus, indaga anche il pm sannita Annecchini
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Dopo la tragedia, il dolore ancora vivo per le 38 vittime della strage del bus impazzito sull’A16, ora si cerca di far luce su quanto accaduto domenica 28 luglio quando il pullman sul quale viaggiavano 48 persone di ritorno da una gita a Telese Terme e diretto a Pozzuoli è precipitato da un viadotto all’altezza di Monteforte Irpino.
Alla ricerca della verità per capire cosa non è andato ed accertare eventuali responsabilità. Per questo è stata aperta un’inchiesta dalla Procura di Avellino. I titolari del fascicolo con il procuratore Rosario Cantelmo sono Adriano Del Bene e Cecilia Annecchini, quest’ultima pubblico ministero beneventana ma in servizio nel capoluogo irpino.
Un’indagine particolarmente delicata e complessa per il magistrato sannita che insieme al collega Del Bene e sotto la supervisione del procuratore Cantelmo stanno lavorando su due filoni principali: le condizioni meccaniche del pullman e quelle di sicurezza delle barriere sull’autostrada.
Gli avvisi di garanzia sono già partiti. Gli indagati sono tre: due dirigenti della società Autostrade e il titolare del veicolo nonché fratello dell’autista morto nell’incidente.
Intanto è stata fissata per martedì 6 agosto l’autopsia sul corpo del conducente del mezzo, per accertare se l’uomo abbia avuto un malore o avesse assunto alcol, mentre prosegue il lavoro di ricognizione della Procura con sopralluoghi, perizie di tecnici e relazioni dei medici legali.
Tanti gli interrogativi ai quali bisognerà trovare una risposta: quanto era sicuro quel pullman con 900mila km alle spalle, 18 anni di vita e che sembra perdesse pezzi negli ultimi metri della sua corsa finita in una scarpata? E ancora perchè il “new jersey” quella barriera di cemento armato posta sul ciglio dell’autostrada è crollata nell’impatto con l’autobus?