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No alle trivelle: la Provincia chiama a raccolta i Sindaci, ma rispondono in pochi

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Dopo quasi un’ora di attesa, la riunione convocata dalla Provincia per discutere sulle ricerche di idrocarburi, è iniziata con la partecipazione di circa 10 tra rappresentati dei comuni coinvolti e consiglieri provinciali. Un terzo dei 29 comuni interessati dai 4 progetti di ricerca petrolifera: Pietra Spaccata, Case Capozzi, Santa Croce e Nusco. Ma il presidente Cimitile non si perde di animo, convito che la battaglia contro le ricerche petrolifere e le trivelle, potrà andare avanti e trovare il suo culmine nel consiglio provinciale aperto fissato per il 16 aprile alle ore 9.30.

Il presidente della Provincia Cimitile, aprendo i lavori, ha ripercorso le tappe di questa vicenda che ha visto esautorate le Amministrazioni locali di qualsivoglia interlocuzione da parte di lobby internazionali. “Non sono tuttavia scoraggiato – ha detto Cimitile – per le scarse presenze alla riunione odierne, ma anzi ho ancora maggiore volontà di andare avanti nella battaglia contro le ricerche petrolifere nel Sannio, che avrebbero effetti sconvolgenti per il nostro territorio. Constato – ha proseguito il presidente – che sta intanto crescendo la mobilitazione popolare e quella dei Comitati ambientalisti contro le trivellazioni. Noi però ci troviamo di fronte ad una scelta strategica del Governo nazionale che spinge per la ricerca di pozzi di petrolio al fine di diminuire la dipendenza energetica del Paese rimuovendo tutti i possibili ostacoli di natura amministrativa: ebbene noi come Provincia di Benevento siamo contrari perché noi spingiamo per la “green economy”.

Noi – ha scandito Cimitile – non siamo mai stati contro l’eolico in quanto tale, ma contro l’aggressione indiscriminata al territorio con le pale eoliche piazzate dove capitava. Dice il falso chi sostioene il contrario; così come sbaglia chi ci accusa di voler devastare il territorio utilizzando l’acqua della diga di Campolattaro: al contrario, noi vogliamo rendere produttiva la devastazione del territorio di Campolattaro e di Morcone per centinaia e centinaia di ettari, esautorando oltre duemila Aziende agricole, proprio per realizzare circa 30 anni fa una diga costata 250 miliardi di vecchie lire senza alcun ritorno non solo per il territorio locale, ma per tutta la Regione.

Noi dunque vogliamo che almeno quanto è stato fatto possa riconvertirsi in una molla per lo sviluppo socio-economico del territorio coinvolto. Noi poi siamo invece fermamente contrari – ha detto ancora Cimitile – alle assurde pretese di chi vuole imputare alle tasche dei soli sanniti la gestione post-mortem delle discariche dei rifiuti regionali. Questo sarebbe una vera beffa per noi. Ma anche questo dramma non sarebbe comparabile a quello che verrebbe ai nostri territori se andasse in porto la procedura per la ricerca di idrocarburi: noi ci opporremmo sempre. Lo abbiamo detto in tempi non sospetti e lo abbiamo documentato anche grazie all’apporto dei ricercatori dell’Università del Sannio”.

L’assessore provinciale all’ambiente Gianluca Aceto ha affermato che la Provincia di Benevento intende lavorare per lo sviluppo sostenibile delle aree interne attraverso una programmazione di sviluppo che cerca anche di rispondere alla dicotomia tra le stesse aree interne e quelle costiere. In tale strategia rientra la scelta di interventi mirati per le energie da fonti alternative. Aceto ha poi ha affermato: “la Provincia ha voluto mettere sul campo i contenuti di uno sviluppo sostenibile e su questi contenuti abbiamo detto “no” alle ricerche petrolifere: questo vuol dire che noi abbiamo prospettato concrete alternative al petrolio quale fonte energetica. Chiediamo però unità e ragionevolezza da parte di tutti nella lotta contro le ricerche petrolifere nel Sannio, senza avventurismi, ma utilizzando le norme che ci sono e soprattutto la forza delle istituzioni locali compatte contro questo scempio. La nostra posizione è stata illustrata in una delibera della Giunta provinciale che è corposa e che si caratterizza appunto perché avanza una serie di controproposte alle ricerche petrolifere”.

L’assessore provinciale all’energia Romeo Melillo ha detto: “noi ci troviamo di fronte ad una impostazione politica governativa che è a dir poco schizofrenica: infatti, il Governo centrale da una parte incoraggia la ricerca di energia pulita e dall’altro incoraggia pure l’apporto degli idrocarburi dell’Appennino italiano alla politica energetica nazionale. In questo contesto assolutamente incoerente si innesta un ruolo della Regione Campania che è quello che è e che si trova anche spiazzato rispetto a norme e procedure farraginose. Infine le istituzioni locali si trovano a dover combattere in solitudine contro le multinazionali. Ma si può far fronte comune e in ogni caso la Provincia sta facendo il possibile per opporsi a questa situazione. Avrei preferito che questa sera il fronte delle Istituzioni fosse più compatto”.

E’ intervenuto quindi il sindaco Francesco Cocca di San Marco dei Cavoti, il quale ha ricordato il dramma che rappresentò per la sua comunità la vicenda delle trivellazioni. La Regione Campania ha finora svolto una parte sola della istruttoria, ma non tutti i Comuni e nella nemmeno la Provincia hanno ricevuto il progetto per le trivellazioni: e questo non è corretto – ha concluso Cocca – sotto il profilo del rispetto delle procedure.

L’avv. Vincenzo Catalano, dirigente del Settore Avvocatura della Provincia, ha rilevato un vizio procedimentale enorme nelle richieste di indagini nel sottosuolo. Egli infatti ha detto che non era stata nemmeno citata la Provincia quale Soggetto presso il quale depositare gli atti progettuali al fine di consentire, come per legge, la visione degli stessi da parte dei cittadini interessati per eventuali opposizioni. In questa fase tuttavia la Provincia e gli altri Comuni hanno fatto bene a presentare atti che evidenziano i problemi di natura meramente tecnica; non è invece ipotizzabile, in questa fase endoprocedimentale, a giudizio del legale, un ricorso in sede giurisdizionale, che può e deve essere fatta solo quando si è conclusa con un provvedimento definitivo: in altri termini, allo stato, il richiedente non è affatto legittimato alla esecuzione dei lavori. Il ricorso può avvenire solo in sede di autorizzazione da parte ministeriale.

Il consigliere provinciale Renato Lombardi ha chiesto che in preparazione del Consiglio provinciale in seduta “aperta” sia predisposta una accurata relazione tecnico-amministrativa per dare le linee di indirizzo di opposizione alle trivellazioni.

Se, causa impegni pregressi o difficoltà di spostamento, i rappresentanti dei Comuni partecipano con fatica alle iniziative convocate dalla Rocca dei Rettori, da Colle Sannita e dai paesi che rientrano nel progetto Pietra Spaccata è partito il ricorso al Capo dello Stato e un altro sarà inviato al Difensore Civico della Regione Campania. “Spero che – conclude l’assessore all’ambiente – questo ricorso vada a buon fine, perchè altrimenti si tratterebbe di una porta chiusa in faccia per sempre. Se il Capo dello Stato dice no, non ci sarà più niente da fare”.

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