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POLITICA

Parla il sindaco Fausto Pepe: “Mai preso un euro né costretto qualcuno a votarmi”

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Fausto Pepe, il sindaco di Benevento, da ieri mattina costretto da un provvedimento giudiziario a dimorare fuori dalla sua città, nel giorno dopo il terremoto che ha colpito Palazzo Mosti e che ha condotto in carcere il presidente del consiglio comunale e l’ex assessore ai lavoro pubblici, come anticipato da ntr24.tv, rompe il silenzio e chiarisce la sua posizione sulla vicenda. 

“Benevento, una realtà in grande discontinuità con il contesto regionale, per tanti aspetti come la gestione dei rifiuti che con grande impatto sociale in queste ore tornano a soffocare la Campania, una città dalle orgogliose origini che non merita un’ulteriore pagina nera come quella scritta l’8 gennaio scorso. L’inchiesta della locale Procura, infatti, sfociata nelle misure cautelari a carico anche del sottoscritto, pur suggerendomi la riservatezza e la cautela del caso, mi impone un intervento pubblico al fine di ripristinare innanzitutto il buon nome e l’onorabilità di questo territorio e della comunità che rappresento da circa 6 anni.

Voglio tutelare innanzitutto Benevento, lo avverto come imperativo categorico, non per questo rinuncerò in ogni sede a difendere la mia onorabilità. Anzi, proprio in questo frangente di tale attenzione collettiva, avverto come coincidenti i due aspetti. Per questa ragione chiarisco subito: mai ho assunto alcuna utilità patrimoniale dalla gestione delle posizioni politiche ed istituzionali rivestite in questi anni.

Per esser chiari, mai un euro frutto di patti scellerati è stato veicolato nelle mie disponibilità. Mai! Allo stesso modo, mai l’influenza del ruolo e della carica di sindaco mi hanno prodotto utilità pratiche di qualunque genere. Per esser chiari, non c’è una sola pietra della mia abitazione che non sia stata scelta, comprata e pagata con il provento del lavoro mio o con i sacrifici della mia famiglia. Mai!

Del pari mai ho solo anche pensato di indurre, costringendo o minacciando, alcuno dei miei cittadini a sostenermi sul piano elettorale: sarebbe risibile l’idea di riempire le piazze, creare l’entusiasmo che nella mia vita politica mi ha sempre accompagnato o, addirittura, vincere per due volte al primo turno le elezioni comunali costringendo o coartando le simpatie. Risibile non è tanto l’accusa a me rivolta, dalla quale come detto mi difenderò in ogni sede e con tutte le forze, quanto l’idea che la città di Benevento e la maggioranza dei suoi abitanti si pieghino a tali ricatti.

A Benevento non esiste alcun “sistema” in grado di realizzare tutto ciò. Non esiste, anche perché insieme all’operato encomiabile della magistratura, in questi anni una classe politica (quella sì trasversale) si è sempre preoccupata di fare argine contro questi rischi. Benevento nei sei anni del mio sindacato è stata governata secondo questi principi. Atti e fatti realizzati con efficacia pubblica testimoniano questo asserito. Regole uguali per tutti, spesa produttiva di effetti per la produttività, imparzialità nelle scelte e valutazione in base ai risultati ottenuti.

Questi sono stati i principi ispiratori dei miei programmi. Mi auguro che tutti gli indagati possano chiarire presto ed utilmente la propria posizione ma se la magistratura accerterà responsabilità o fatti illeciti compiuti ai danni dei cittadini di Benevento o dell’ente, sarò io il primo a chiederne conto.

La magistratura, d’altra parte, ha potuto contare anche nelle fasi istruttorie di questa indagine, così come per le numerose altre vicende giudiziarie che hanno riguardato il comune in questi anni, sul mio concreto sostegno. Voluminosi e dettagliati incartamenti sono stati acquisiti o da me affidati direttamente agli organi inquirenti: da questo contegno e da questa linea di fiducia non mi sposterò, neanche in questa contingenza.

In queste ore cresce l’attenzione e la giusta evidenza che gli organi di stampa assicurano alla vicenda, tuttavia, nel pieno rispetto delle prerogative dell’informazione, chiedo che siano accertate anche le responsabilità legate a fughe di notizie in palese violazione dei diritti degli indagati (come avvenuto per l’edizione del 5 gennaio 2013 del Sannio Quotidiano), o di altre mie presunte dichiarazioni a commento e spiegazione dei provvedimenti emessi.

Ribadisco: le frasi virgolettate a me attribuite pubblicate su alcuni quotidiani di oggi, 9 gennaio, sono del tutto destituite di qualsiasi fondamento perché mai da me rilasciate.

La fiducia nel funzionamento dei contrappesi democratici, la vicinanza che anche in questo frangente mi arriva da tanti beneventani e non solo, l’affetto che provo per la mia città, la necessità di salvaguardare l’istituzione Comune attraverso un adeguato piano di rientro che eviti i pericolosissimi effetti di un dissesto finanziario, mi inducono ad andare avanti ancora una volta a testa alta, innanzitutto nel chiarimento di ogni circostanza”.

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