POLITICA
Boffa: “Il Sannio deve scommettere sul futuro”. Ribadita la volontà di non ricandidarsi
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Costantino Boffa annuncia ufficialmente l’addio alla sua esperienza parlamentare. Il deputato del Partito Democratico non si ricandiderà. Nella tradizionale conferenza stampa di fine anno, per la quale per la prima volta ha saltato una seduta dell’aula a Montecitorio, Boffa ha ripercorso i 7 anni della sua carriera da parlamentare. Insieme a lui, nella sala conferenze del PD, compagni di partito, alcuni ex DS, rappresentati delle istituzioni con cui il deputato ha condiviso un percorso. Un bilancio per Boffa pieno di soddisfazioni. Ma c’è anche qualche rammarico, come il mancato completamento della Fortorina, un’opera a cui Boffa iniziò a prestare attenzione già da giovane tesserato del Partito Comunista. “Abbiamo un obbligo di risarcimento morale con la popolazione del Fortore, ha dichiarato il parlamentare, Vorrei tentare, vediamo in che modo, di dare una mano al completamento della Fortorina.”
Entrato nella camera dei deputati nel 2006, al lavoro di Costantino Boffa si deve la posa di alcune pietre miliari per lo sviluppo del Sannio: l’alta capacità Napoli-Bari, la più grande opera pubblica del Mezzogiorno; il raddoppio della Telese-Caianello, pronta al 90%; gli investimenti nel Sannio, come il Data Center di Poste Italiane o l’arrivo del gruppo Scudieri ad Airola.
Un’addio al Parlamento, frutto di un ragionamento iniziato già alla fine del 2011. La causa principale, una legge elettorale odiosa, il Porcellum, con la quale tuttavia era diventato deputato. “Mentre lavoravo su cose concrete, capivo che il Parlamento andava in un’altra direzione. Quel mondo di non eletti era lontano dalla realtà. Uno come me, che ha una storia politica, sentire parlare sempre de ‘la casta, Scilipoti,…non era possibile”. Una macchia, non più tollerabile per Boffa, che finiva con il segnare l’esercito dei nominati, parvenu politici” che andavano ad alimentare le fila dell’invisa casta, e chi aveva costruito una carriera politica passo dopo passo. Il suo futuro? Un ruolo più tecnico, che valorizzi l’esperienza, maturata in questi anni.
Parla senza freni politici, l’on Boffa. E non risparmia parole forti, che portano a riflettere, anche al suo partito, il PD, che si appresta a nuove Primarie, diverse, per il deputato, da quelle vere, che avevavo visto in competizione Renzi e Bersani e che tanti punti avevano fatto guadagnaere il PD. Le primarie di Capodanno diranno addio ai gazebo di piazza, per rifugiarsi nel chiuso dei circoli di partito, dove, commenta Boffa, “chi è detentore di pacchetti di tessere potrà spostare facilmente voti. Non aiuta anche la blindatura di 200 persone che non si sottoporranno alle primarie”. Il rischio, per Boffa, è di vanificare il vantaggio accumulato e “trasformare queste primarie in una chiamata alla fedeltà e alla armi. Una situazione che potrebbe colpire sopratutto i ragazzi: ‘con chi stai? Se no qua la testa ti salta”.
Insomma il rischio è quello di generare un partito scarsamente inclusivo, con molte preferenze e pochi voti. Boffa auspisca l’esatto contrario: “Nel partito tu devi essere riconosciuto come un elemento utile per la comunità, no per chi ci sta dentro”.
Eri. Far.