POLITICA
Le “amazzoni” del Pdl si preparano al rinnovamento. Nunzia De Girolamo: “Sogno un partito senza congressi”

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I colleghi maschi le chiamano le “amazzoni”. Non in ricordo delle guerriere dell’Antica Grecia, ma piuttosto alludendo all’harem femminile di Gheddafi. Loro però non ci stanno a questa definizione, che tanti sorrisi strappa negli ex AN. Sono un gruppo di deputate, tra cui c’è anche la sannita Nunzia De Girolamo, che stanno dando vita sul web ad un confronto sul rinnovamento della dirigenza del partito e sulla creazione di una lista elettorale di fedelissimi di Berlusconi.
In un’intervista rilasciata a Fan Page, la deputata sannita spiega il fermento femminile nel Pdl, non prima di aver sottolineato come il suo sia “un partito molto maschilista”. “Molti errori, quando eravamo al Governo, – ha dichiarato la De Girolamo – li hanno fatti gli ex AN che adesso ci ridono dietro e cercano di ridicolizzarci.”
Obiettivo primario delle “amazzoni”: rinnovare il partito. “Il rinnovamento deve andare oltre l’età anagrafica: c’è bisogno di una freschezza volti. Questa politica ha stancato l’elettorato. Bisogna scegliere i nuovi candidati tra i movimenti giovanili”. Questo vorrebbe dire “rottamare”, per usare un termine del sindaco di Firenze che tanto piace alla De Girolamo, Berlusconi? Più o meno. Stando alle risposte rilasciate dalla pidiellina sannita il Cavaliere avrebbe ancora una funzione nel partito: “Berlusconi deve favorire l’unità del partito, tenere aggregate le diverse anime del partito tutte intorno a lui. E dare inizio al rinnovamento”.
Fuori dai giochi il 40enne Alfano, che la De Girolamo invita cordialmente a farsi da parte: “Alfano, come chiunque fino ad oggi ha fatto strada nel PdL, deve tutto a Silvio Berlusconi che ha puntato su un gruppo di giovani per formare la sua squadra di Governo. Lui e Berlusconi sono due facce della stessa medaglia. E per questo, come Berlusconi, anche Alfano dovrebbe farsi da parte e favorire il rinnovamento. Solo così il partito può recuperare il consenso che ha perso tra gli elettori.”
In questo processo di rinnovamento la prima cosa che la Nunzia eliminerebbe sono i congressi del partito, spiegando: “Lo vorrei molto più leggero: un partito in cui il rito del congresso diventi un ricordo della prima Repubblica, sebbene nella mia realtà provinciale io a un congresso ho partecipato. E l’ho vinto”. Che alla De Girolamo siano un po’ invisi i congressi del partito non è una novità. Se non altro per le polemiche e le dichiarazioni al vetriolo che, ogni volta, accompagnano l’avvicinarsi di questo appuntamento nel Sannio.
Come dimenticare le frecciate, tanto per restare sul tema delle guerrigliere a cavallo, tra lei ed Erminia Mazzoni, che ai nostri microfoni, lo scorso mese di marzo, a poche ore dal Congresso provinciale, smentiva la tesi che considera superate le divisioni interne al partito, dichiarando: “la sola candidatura della De Girolamo non supera le divisioni del passato”. E’ vero che la De Girolamo ha vinto al Congresso, ma la sua era anche l’unica mozione presentata.
Come dimenticare poi le stilettate che puntualmente rimandano al suo status di “non eletta”, in quanto entrata in Parlamento grazie alle liste bloccate e non per scelta degli elettori. Una bufera congressuale non placata con la sua elezione, definita alla fine dal suo vice Roberto Capezzone come “un errore”. Un periodo da incubo per la De Girolamo quello che coincide con il congresso provinciale. Non stupisce quindi che la vulcanica pidiellina sogni di porvi la parola fine.
Erika Farese