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L@p Asilo 31 dichiara di essere vicino al dirigente Lanzalone

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Il L@p Asilo 31 esprime la propria vicinanza e solidarietà al dirigente Andrea Lanzalone, oggetto di un vile atto intimidatorio che deve necessariamente far riflettere l’intera comunità a partire dalle istituzioni. Dai commenti odierni già si legge della volontà di inasprimento dei controlli e delle misure repressive, considerate come risposta al grave episodio di ieri.
Ci chiediamo a cosa serva la solidarietà della comunità se poi essa debba tradursi in maggiori misure repressive ancora nella cieca convinzione che esse possano rappresentare l’unica via per fermare questa escalation di violenza.
L’unico strumento per combattere la criminalità organizzata realmente non è l’inasprimento delle misure repressive ai danni dell’intera società e comunità, ma è dare risposte concrete ai bisogni e alle esigenze sociali delle persone, implementare il welfare cittadino con misure come un reddito minimo garantito, creare condizioni per nuove opportunità di lavoro.
In questi mesi invece abbiamo visto i Vigili Urbani utilizzati come forze di polizia, impegnati nello sgombero forzato di cittadini da case comunali, impegnati ad arrestare i poveri cristi che vendevano i cd come se fossero i peggiori camorristi, sbandierando addirittura queste azioni come imprese degne di nota e ammirazione.
Nell’ultimo anno abbiamo assistito ai tagli indiscriminati ai servizi sociali, all’esigenza spasmodica di far quadrare i conti ad ogni costo perchè la Corte dei Conti lo richiedeva, all’approvazione di un bilancio lacrime e sangue dove il possibile dissesto è stato utilizzato come strumento di paura per far approvare tagli indiscriminati.
Le uniche poche risorse sono state destinateagli eventi culturali estivi del centro storico perchè da come è stato affermato i beneventani hanno la necessità di divertirsi e sorridere.
I beneventani di certo non sorridono a suon di “Festa, Farina e Forca”, sorriderebbero invece con un Comune amico aperto alle sue esigenze e bisogni, che invece di fare sgomberi forzati dalle abitazioni comunali li accoglierebbe, che invece di tagliare e basta perchè lo dice la legge implementerebbe il welfare, i servizi sociali, creerebbe opportunità di lavoro.
La risposta a questo grave gesto di violenza dovrebbe essere non la fiaccolata ma azioni concrete come la stesura di mirati e seri interventi sociali contro la crisi che rispondano ai bisogni, interventi di sviluppo che creino posti di lavoro duraturi e soprattutto che si destinino risorse ai servizi sociali. Questa è la vera arma per sconfiggere la criminalità.