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Fonti rinnovabili, tra otto anni la produzione potrebbe quadruplicare

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Sono oltre 76.000 gli impianti fotovoltaici entrati in servizio, al 10 febbraio 2012, nelle regioni del Mezzogiorno, per una potenza superiore a 54.000 Mw. Di questi impianti, più di 23.000 sono in Puglia, circa 15.000 in più rispetto al 2010, per una potenza di quasi 2.200 Mw. Sono alcuni dei dati contenuti nel rapporto sullo sviluppo delle fonti energetiche rinnovabili nel Mezzogiorno, presentato oggi a Bari.

Nel 2020, secondo il rapporto, nelle regioni del Mezzogiorno l’energia da fonti rinnovabili potrebbe raggiungere i 38,4 Tw ora, un valore quattro volte superiore ai 10 Tw ora del 2010. Mentre a fine 2010 nelle regioni del Sud erano in esercizio 30.090 impianti da fonti energetiche rinnovabili, per una potenza pari a 10.584 Mw. La Puglia, prima in Italia, registra 9.840 impianti per una potenza di 2.129,3 Mw. Seguono Sicilia, Sardegna, Campania, Calabria, Abruzzo, Basilicata e Molise. Nel rapporto si sottolinea inoltre come gli aggiornamenti degli obiettivi sul clima e l’energia da raggiungere entro il 2020, che fissano a 23.000 Mw il target di potenza installata per il fotovoltaico, cambiando i meccanismi di incentivazione del settore, rendono incerto il raggiungimento degli impegni che l’Italia ha assunto in relazione al pacchetto europeo ’20-20-20′. Così, per favorire uno sviluppo ordinato delle fonti energetiche rinnovabili, si è pensato all’applicazione dell’Autorizzazione unica regionale, all’attuazione di procedure semplificate da parte delle Regioni e all’adozione da parte dello Stato di provvedimenti che offrano criteri certi per l’incentivazione delle fonti rinnovabili.

Inoltre, l’imponente sviluppo delle rinnovabili ha reso necessaria la realizzazione di servizi di rete come i sistemi di accumulo per gestire in modo sicuro e efficiente la trasmissione dell’energia. In tal senso Terna ha previsto la realizzazione di 130 Mw di batterie da installare nelle province di Foggia, Avellino, Salerno e Benevento con l’obiettivo di raccogliere l’energia prodotta nei momenti di elevata produzione ma di bassi consumi, per poi poterla rilasciare nei momenti in cui la richiesta è più elevata. Si tratta di un primo intervento che, con un investimento di 29 milioni di euri, consentirà un risparmio per il sistema di circa 60 milioni di euro. L’installazione di 130 Mw di batterie permetterà inoltre di evitare la mancata produzione di energia per circa 230Gw ora l’anno

 

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