CRONACA
Benevento, il centro storico e la ‘movida’: questione di ordine pubblico
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Ancora una volta l’esito dell’incontro a palazzo Mosti per affrontare il nodo della cosiddetta ‘Movida’, quel bailamme organizzato che nei suoi atteggiamenti estremistici vandalizza il centro storico di Benevento nei fine settimana, ha lasciato un retrogusto amaro. Non tanto nei partecipanti, a quanto è dato rilevare dalle cronache e dagli approfondimenti dei vari organi di informazione intervenuti sul tema: l’uno (comitato) denuncia, l’altro (comune) recepisce e promette di agire – questo il gioco delle parti andato nuovamente in onda, al quale non va disconosciuto il massimo della buona fede e la sostanziale inefficacia. Inefficacia perché se siamo qui ancora a discettare di soluzioni vuol dire che soluzioni concrete non ne sono state adottate finora ed episodi spiacevoli ancora continuano a turbare la quiete cui aspirerebbero i vicoli e il riposo dei residenti. Spiace solo che Pepe vieppiù inorridisca, a quanto riferisce Gazzetta di Benevento nella sua cronaca, dinanzi alla testa mozzata di una statua piuttosto che al piscio negli angoli delle piazze o alla monnezza come condimento dei selciati o all’incolumità fisica minacciata dall’eccesso di alcool, ma è il segno (della croce) di questi tempi che segnano un ritorno ‘confessionale’ tanto inatteso quanto fuori posto nella gradazione dei disagi.
Si diceva della buona volontà, ma non va taciuta anche una qual certa ‘mollezza’ nella denuncia.
Non sarà il mitico terzo turno dei vigili urbani – peraltro da dettagliare con precisione – a risolvere il problema, visto che ai vigili è demandato compito ben diverso dall’ordine pubblico: un ausilio, e di ciò va dato atto all’ente (dovesse concretizzarsi), non una sterzata. L’intervento del Comune, come si va dicendo da lunga pezza, andava esercitato con oculatezza nel tempo (non consentendo certi insediamenti).
Ma, di contro, pare che i comitati che gravitano sul centro storico abbiano quest’interlocutore privilegiato – palazzo Mosti – a discapito dello Stato. Evidentemente i disagi non hanno superato alcuna soglia di guardia, perché non si è alzata nessuna voce stentorea né si è assistito ad alcuna clamorosa protesta che abbia sottolineato la carenza di controlli da parte delle forze in divisa (polizia, carabinieri – per un verso, e guardia di finanza) ed abbia chiesto nella zona della cosiddetta ‘movida’ il ripristino di uno Stato di (educazione alla) legalità.
Forse, è più abbordabile un sindaco che un prefetto.