Calcio
Benevento: crisi, tentazioni ed inutilità

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Guardando da lontano le vicende del Benevento calcio, anche adesso, all’indomani della trasferta negativa in Toscana, a Pisa, si intravedono tentazioni ed inutilità.
Intanto, la maggior espressione del soccer locale è in deficit di risultati (due battute d’arresto in fila) e, di conseguenza, di classifica. Perché la zona play/offs è lontana lunghezze quasi in doppia cifra – sempre a non voler far di conto su eventuali punti da restituire da parte del Tnas – , e quella play/out è un’aspettativa per ora realizzata, ma certo non cercata in avvio di stagione
Le tentazioni sono quelle legate al prevedibile utilizzo della parola ‘crisi’ – che pure c’è nei fatti -, al mormorio dei commenti: di tifosi e tecnici specializzati sugli spalti e sulla stampa. Ovviamente non è il caso di andare oltre, perché è tutto perfettamente comprensibile nel mondo del pallone, in generale. Ebbene, le tentazioni cui si fa riferimento sono quelle di senso opposto agli umori piazzaioli. Resistere potrebbe rivelarsi una soluzione alla quale non troppo spesso ci si è rivolti con fiducia nel corso della ultime stagioni: resistere nelle scelte compiute in avvio d’anno (certo senza diventare ciechi), aspettare che maturino i frutti (se si è operato con fiducia). L’altro aspetto della vicenda – i ‘tagli’ – , in fondo, è stato quello praticato spesso durante il periodo di gestione della famiglia Vigorito, e non è approdato ugualmente ai risultati invocati.
Inutilità, infine. Quella conclamata del ritiro: l’aria salubre ai piedi del Terminio non si è tradotta in punti sonanti, a dimostrazione che le restrizioni a professionisti non sempre funzionano. Non è che mangiando pane e pallone, alternando tale mensa a playstation e telefonini per tenersi in contatto con mogli, fidanzate, compagne o figli sia la misura di un rinnovato e specifico impegno. Che invece va preteso da un professionista, senza imposizioni. Operando, in senso contrario, con l’arma contrattuale.