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Medio Calore

‘Edificio ex poste, risposte lacunose da parte del Comune’

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Elvira Santaniello, componente e rappresentante di “Cittadini in MoVimento – verso San Giorgio a 5 stelle”, ricorda, in una nota diffusa alla stampa, che “è dal 22 settembre scorso che a San Giorgio del Sannio (Benevento) si è riaperta l’ormai annosa questione dell’amianto nell’edificio delle ex Poste: quel giorno il Comune aveva cominciato a farlo demolire ma poi i lavori sono stati bloccati e tali a tutt’oggi rimangono. La questione, tuttavia, non si è affatto risolta con la sospensione dei lavori, tutt’altro: sul caso si sono aperti interrogativi di calibro biblico e i cittadini, quelli che hanno compreso la portata di un problema i cui danni, mortali, hanno un’incubazione di almeno 40 anni, cominciano a porsi delle domande.
Il gruppo “Cittadini in MoVimento – verso San Giorgio a 5 stelle”, di cui sono fondatrice, componente e rappresentante, insieme a Francesca Maio e Rosanna Carpentieri, è da subito intervenuto affinché venissero dati chiarimenti e delucidazioni sul caso ma soprattutto è intervenuto affinché fosse consentito ai cittadini richiedenti l’accesso alla documentazione ambientale e tecnica in possesso del Comune (ma anche dell’ASL e dell’ARPAC) relativa all’edificio di Via De Gasperi.
 
Devo, purtroppo, dire che i riscontri sono stati, nel caso dell’ASL e dell’ARPAC a tutt’oggi pari a zero, nonostante gli obblighi di legge previsti per i suddetti Enti.
Per quanto riguarda il Comune, invece, oltre alle dichiarazioni fatte dal Sindaco Ricci durante il Consiglio Comunale del 30/09/2011, cui abbiamo partecipato numerosi, mi sono pervenute due note a firma dell’U.T.C., che considero e consideriamo, oltre che lacunose e superficiali, insufficienti e non rassicuranti, dal momento che, a nostro parere, lasciano aperti numerosi dubbi sull’operato del Comune in tutta la vicenda.
 
Ci chiediamo, infatti, come sia possibile che l’edificio di via De Gasperi, nonostante la gran parte degli edifici simili siano stati dimessi da Poste Italiane o bonificati o in attesa di bonifica a causa della presenza di amianto, e nonostante che numerosi impiegati che ivi prestavano servizio abbiano beneficiato del prepensionamento per la continua esposizione all’amianto, sia risultato prima (nel 2002) privo di amianto e poi (nel 2004) contenente amianto solo nella pensilina.
 
Ci chiediamo come sia possibile che l’amianto sia stato localizzato solo nella pensilina mentre tutto il resto delle strutture interne (controsoffittature, pavimenti, tubature, pareti divisorie, etc), che in quel tipo di edifici veniva, fino agli anni ’90, costruito utilizzando l’amianto, sembra essere sparito.
 
Ci chiediamo come si possa dichiarare che “solo per fortuna i lavori sono cominciati nella parte opposta rispetto alla pensilina” visto che non bisogna essere un architetto o un ingegnere edile (basta cercare su Google) per sapere che le fibre di amianto vengono sprigionate nell’aria per effetto anche di una semplice  sollecitazione (manipolazione/lavorazione, vibrazioni, correnti d’aria, infiltrazioni di umidità, piogge, etc.) e che l’inalazione può determinare ASBESTOSI, MESOTELIOMA PLEURICO-PERITONEALE, CANCRO POLMONARE E ALTRE NEOPLASIE.
 
Ci chiediamo perché il cantiere per la demolizione non sia stato opportunamente allestito e perché non è stata osservata l’apposizione della cartellonistica di cantiere con tutte le indicazioni obbligatorie per legge (committente, ditta, inizio e fine lavori,importo dei lavori, etc.).
Ci chiediamo perché il sito, potenzialmente pericoloso dopo l’inizio dei lavori e la loro successiva sospensione, non sia stato interdetto al pubblico e/o non sia stata data informazione alla cittadinanza, attraverso una comunicazione scritta affissa ai cancelli dell’area in questione, della sospensione dei lavori e delle motivazioni della sospensione.
 
Ci chiediamo perché, nonostante abbiamo fatto richiesta di accesso agli atti ai sensi del dlgsl 195/05, che consente a chiunque di accedere alle informazioni ambientali e stabilisce che l’Ente possessore di tali informazioni debba fornirle nel più breve tempo possibile, a tutt’oggi ci viene risposto che se non viene fornito all’Ente l’atto costitutivo o lo Statuto del Gruppo “Cittadini in MoVimento – verso San Giorgio a 5 stelle” e se non si motiva la richiesta, essa non può essere soddisfatta.
 
Tutte queste domande, che riteniamo assolutamente legittime da parte di cittadini che non solo chiedono il rispetto delle condizioni minime di sicurezza per la salute pubblica ma si preoccupano anche di sapere se il Comune abbia agito nel suo ruolo di difensore della comunità e della sua salute, attendono risposte urgenti ed esaustive non lettere di circostanza, perciò abbiamo nuovamente fatto richiesta urgente di accesso alle informazioni ambientali.
 
“Cittadini in MoVimento – verso San Giorgio a 5 stelle”, ove l’accesso agli atti non avvenga in tempi ragionevoli, non esiterà ad adire le vie legali e a rivolgersi alla magistratura competente”.
 

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