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Sovraffollamento carceri. A Benevento 417 reclusi a fronte dei 277 ospitabili

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“Il tema del sovraffollamento delle carceri torna prepotentemente alla ribalta anche nella regione Campania”. Ad affermarlo è il segretario nazionale del Lisiapp Luca Santin, il quale aggiunge: “lo stesso guardasigilli che è il magistrato Nitto Palma ha dichiarato che occorre impegnarsi per depenalizzare i reati minori ma senza attuare nessun provvedimento di amnistia.
Dati alla mano -afferma Santin – al 31 agosto 2011, in Campania sono 8061 i detenuti reclusi su una capienza totale di 5593 di cui 352 donne e 979 stranieri. 4298 il totale degli imputati, 3341 condannati in via definitiva, 1899 tra condannati in primo e in secondo grado e 2399 quelli in attesa di primo giudizio. Ma – continua il segretario nazionale Lisiapp – vediamo nel dettaglio alcuni dati che riguardano gli istituti penitenziari più importanti in Campania, provincia per provincia.
L’istituto di Bellizzi Irpino ospita 529 detenuti su una capienza di 407. Non va meglio per Benevento, dove, presso il Carcere di Capodimonte, attualmente ci sono 417 reclusi a fronte dei 277 ospitabili. Salgono di molto i numeri a Santa Maria Capua Vetere dove sono 921 i presenti su una capienza di 547.
Male anche per Poggioreale dove i detenuti ospitati sono 2.763 ma dovrebbero essere solo 1.679. Infine, altro carcere campano che vive il fenomeno del sovraffollamento è quello di Secondigliano dove attualmente sono 1395 i detenuti che vi risiedono a fronte di una capienza pari a 988.
La preoccupazione per questo stato di cose – rimarca Santin, si ripercuote sistematicamente sull’operato della polizia penitenziaria chiamata a svolgere un compito gravoso, fronteggiare l’emergenza carceri in prima linea.La situazione di tensione che si sta determinando in molti istituti penitenziari del Paese, fatta di aggressioni a personale di Polizia Penitenziaria, risse e manifestazioni di protesta dei detenuti, tentati suicidi e suicidi nelle celle rischia di degenerare.
Credo quindi – conclude Santin – che ci voglia l’impegno serio di tutte le istituzioni politiche e sociali, e non si possa perdere ulteriore tempo ma si debba prevedere interventi urgenti e non più procrastinabili nel sistema penitenziario italiano”.