POLITICA
Boffa: “Manovra iniqua e confusione nel Governo: giusto mobilitarsi”

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“Quanto accaduto nelle ultime settimane, la confusione di cui ha dato dimostrazione un Governo incapace di presentare una manovra finanziaria chiara, giusta ed equa, conferma la fondatezza delle ragioni che hanno spinto la CGIL a proclamare, per il prossimo 6 settembre, lo sciopero generale”. Cosi l’onorevole Costantino Boffa annuncia la sua adesione alla mobilitazione nazionale indetta dalla Confederazione Generale Italiana del Lavoro.
“La manovra che il Governo si appresta a varare, pur segnata da incessanti modifiche e da clamorose autosmentite, conserva un carattere fortemente iniquo perchè continua a scaricare i costi della crisi sulle fasce più deboli della popolazione italiana, lavoratori e famiglie, e sugli enti locali. E’ questa, infatti, l’unica traccia politica chiaramente distinguibile nelle proposte presentate dall’esecutivo, dalla manovra di ferragosto ad oggi. D’altronde, la protesta che oggi accomuna i presidenti delle regioni, siano essi di centrodestra o centrosinistra, è li a testimoniare quanto sia oggettivamente insostenibile una finanziaria che, attraverso la drastica riduzione dei trasferimenti agli enti di governo territoriali, colpirà ulteriormente il comparto dei servizi, a partire dal trasporto pubblico, e dunque lo stato sociale e i cittadini”.
“Insistendo su questo cammino – continua il parlamentare sannita del PD – ed ignorando completamente la necessità di produrre misure idonee a favorire un percorso di crescita e di ripresa economica, la manovra determinerà soltanto nuovi effetti depressivi sui consumi e sui redditi. Come se non bastasse, la confusione che sta accompagnando il Governo e l’incertezza sui saldi e sulle misure della manovra, non contribuiscono certo a rilanciare l’immagine e la credibilità dell’Italia dinanzi all’Unione Europea e alle istituzioni internazionali”.
“Da qui – conclude Boffa – la necessità di mettere in campo una mobilitazione in grado di scuotere il Governo e spingerlo in direzione di una finanziaria più giusta, maggiormente credibile, e il cui conto deve essere scaricato innanzitutto su ciò che fino ad ora è stato soltanto sfiorato dalla politica dell’esecutivo: i grandi patrimoni e le transazioni finanziarie”.