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POLITICA

Benevento ed il decreto anticrisi: paternità disconosciute e castelli di sabbia

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Il consigliere comunale a Benevento del Pdl, Roberto Capezzone, candidato sindaco per qualche giorno e comunque esponente di spicco (vice coordinatore vicario sannita) del partito, di maggioranza relativa, che guida le sorti del Paese assieme ad una forza che risponde al nome di Lega Nord ed a una serie di satelliti variabili nel numero, nella consistenza parlamentare, nella sostanza politica (tra cui quella Coesione Nazionale del suo più acerrimo interlocutore locale, Pasquale Viespoli), suggerisce di abbassare i toni, evitando strumentalizzazioni e propaganda in ordine al dibattito sulla soppressione di Province e piccoli comuni anche nel Sannio in virtù di un dettato normativo (il decreto legge n. 138 del 13 agosto 2011) al Paese proposto dalla coalizione di cui egli intellettualmente e praticamente condivide le istanze.
Salvo ricordare, poi, il suo privilegiato rapporto con Gasparri, e le sue frequentazioni accademiche, per ricordare a noi tutti, a sua volta, che potrebbero sussistere elementi di incostituzionalità sulla norma (artt. 15 e 16 del citato decreto), proposta dal Governo che lui appoggia – ed appunto osteggiata ferocemente in loco a più riprese -, al punto da dettare la convocazione di una commissione consiliare (si prendono gettoni?) sul fumoso tema.
Senza nessuna eccezione, e tutt’al più con qualche distinguo, il centrodestra sannita ha imbracciato l’arma della polemica sulla strumentalità in chiave locale – da parte del centrosinistra – della manovra anticrisi nelle sue disposizioni relative al risparmio sui costi della politica (Province soppresse e piccoli comuni idem): ma questa è una critica che può rivolgere l’osservatore esterno ai problemi suscitati – ed è stato fatto, per i toni lontani dai problemi reali -, e non chi suscita i problemi (il Governo, cui il centrodestra del Sannio si affratella). Questo centrodestra del Sannio, invece, ha preferito arrampicarsi sugli specchi costantemente, lontano dalla sostanza politica punitiva della manovra anticrisi. Della quale non ha affrontato un solo risvolto, limitandosi a distruggere i castelli (già di sabbia) altrui.
E non va bene…

 

 

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